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Cronaca
11.08.2016 - 11:000
Aggiornamento: 21.06.2018 - 14:17

Più 90%, è boom migranti in Ticino! Gobbi, «nel Mendrisiotto non è né emergenza né crisi»

Il Consigliere di Stato ha voluto chiarire ancora una volta come il centro di Rancate non avrà nulla a che fare con quelli di Chiasso e Losone. Intanto, la Svizzera è sempre più vista come una porta per il Nord

MENDRISIO - Stato di necessità. È quello che vive da ieri ufficialmente il Mendrisiotto sul tema migranti: non è un'emergenza e neppure una crisi, come ha precisato in conferenza stampa il Consigliere di Stato Norman Gobbi. Da giugno dello scorso anno, le entrate illegali di migranti in Ticino sono aumentate del 90%. Il centro che verrà aperto a Rancate, però, non ospiterà chi cerca rifugio in Svizzera. «Finora si è fatta un po’ di confusione tra i concetti di richiedente l’asilo e migrante in attesa di riammissione semplificata» ha specificato Gobbi. Il centro, infatti, sarà destinato a coloro i quali sono in attesa della riammissione semplificata in Italia. Ovvero, persone che non chiedono asilo al nostro paese ma lo vogliono attraversare per andare a Nord, verso la Germania o i paesi scandinavi, dove spesso dicono di essere attesi da amici o parenti. Ora venivano collocati in tre centri della Protezione civile nel Mendrisiotto, mentre coloro che desiderano rimanere in svizzera finisco in strutture federali come quelle di Chiasso o Losone. Un nuovo centro, lontano da zone abitate, da scuole e case anziani, non procurerà nessun disturbo agli abitanti del Mendrisiotto, assicura Gobbi, ed anzi aiuterà le guardie di confine, bloccate nel loro lavoro quotidiano dal doversi occupare quasi a tempo pieno dei migranti. Il problema di chi è accampato a Como si sente anche qui, il Ministro non lo nega, e spiega come la collaborazione con l'Italia non è mai stata buona come ora. Però «ci preoccupano certe posizioni contrapposte: penso ai vandalismi a una ditta di trasporti. Bisogna abbassare i toni; e lo dico anche ai miei». A Mendrisio, i leghisti sono partiti con la raccolta firme contro il centro, spalleggiati dall'UDC. Per il resto, il Comune di Mendrisio appoggia il piano del Governo, perché lasciare migranti in attesa di torna in Italia negli attuali centri della Protezione civile poteva diventare un problema in prossimità della riapertura delle scuole. «Il Municipio condivide l’impostazione del Consiglio di Stato, volta a dare delle risposte e sicurezza ai cittadini di tutto il Mendrisiotto», ha detto il sindaco Carlo Croci. Il centro sarà di quasi detenzione, e sono state chieste rassicurazioni anche sulle condizioni umanitarie garantite a chi vi alloggerà. «Per finire ha prevalso il senso di responsabilità verso la cittadinanza di Mendrisio e del Mendrisiotto» ha riassunto il vicensindaco Maffi, che insiste sulla temporaneità della misura. Nel frattempo, a livello svizzero a luglio sono state registrate 22.181 entrate illegali contro le 13.213 dello stesso periodo dell’anno precedente, tre quinti delle quali dal Ticino, che, come ha detto anche Gobbi, viene percepito come l'unica porta verso Nord. Con le temperature miti sul Mediterraneo, da maggio il numero ha cominciato a salire vertiginosamente. Fra chi desidera solo attraversare la Svizzera, 8'298 persone sono state rimandate indietro, di cui 4'893 direttamente dal Ticino. In particolare, si tratta soprattutto di eritrei, che arrivano in gran parte col treno.
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