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03.12.2016 - 18:400
Aggiornamento: 21.06.2018 - 14:17

Mendrisio, per le AIM è sinistra contro tutti. E Robbiani battaglia con Ghisletta e Crivelli Barella

Il controllo comunale, gli interessi del Comune, il nodo del CCL, i botta e risposta con commenti cancellati via Facebook: nel Magnfiico Borgo il clima è già caldo anche se solo il 16 si saprà se il referendum è riuscito

MENDRISIO - SA sì o SA no? A Mendrisio, lo scontro centro destra-sinistra in questi mesi si sta concentrando sulle Aziende Industriali Mendrisio (AIM). Già, perché, sebbene il Municipio ha votato compatto per quella che Marco Romano definisce una riorganizzazione e non una privatizzazione, l'MPS ha lanciato il referendum. Perché? Andando a ripescare le motivazioni elencate qualche mese fa, «una SA, nemmeno se proprietà totale del Comune, è obbligata per legge a valorizzare e accrescere il proprio capitale e non risponde  più alla logica del servizio pubblico, del servizio ai cittadini», e dunque risponde alle logiche del profitto. «Questo significa, ad esempio, che le tariffe di gas e luce non potranno essere fissate in base ai bisogni, alle situazioni dei cittadini (ricorrendo quindi anche a criteri sociali), ma in base agli imperativi finanziari e di profitto della SA. Non potrebbe, in altre parole,  favorire  i cittadini/clienti/proprietari dell’azienda, se questa decisione comportasse un danno finanziario ed economico per l’azienda stessa (minori incassi)». Il Comune, a detta dei referendisti, «perde il controllo economico del patrimonio che passa alla SA. Potremmo arrivare al paradosso che il Comune, malgrado possa contare su utili della SA, non potrebbe utilizzarli per le altre attività comunali». E non escludono neppure un possibile cambio di proprietari, in futuro. Le stesse motivazioni erano state espresse dal Forum alternativo, guidato da Franco Cavalli, ritenendo che già nella forma attuale le AIM hanno una notevole autonomia decisionale. Un'opinione che aveva fatto scattare la rabbia del leghista Massimiliano Robbiani, che aveva postato come «la Sinistra, pur di raggiungere il suo scopo, mette in campo argomenti forvianti e falsi. Prova ne è che pure i sindacati di Sinistra hanno accettato, e ben contenti di farlo, di sottoscrivere un contratto collettivo con i dipendenti della futura AIM SA. Non si svende niente a nessuno, la futura AIM SA rimarrà al 100% di proprietà del Comune. Ogni altra argomentazione da parte della Sinistra è superflua se non inutile". Come precisa Marco Romano sul suo sito internet, «il lancio del referendum mette in pericolo un Contratto Collettivo di Lavoro costruito nel dettaglio insieme al Fronte unico sindacale (OCST + VPOD).  Il CCL – pienamente accettato dai sindacati – prevede la ripresa integrale di tutti i diritti e i doveri contenuti nel Regolamento dei dipendenti comunali e garantisce massima protezione ai dipendenti». Romano, che ha ereditato il Dicastero, spiega come «formalmente ci si muoverà nel diritto privato, nei fatti l’azienda sarà totalmente comunale. Affermare che si vuole vendere la proprietà è falso e utopico. In ogni caso ci sarebbe un voto popolare e prima non si vede perché Municipio e Consiglio comunale debbano e possano volere una tale vendita; non c’è mercato. Formalmente ci si muoverà nel diritto privato, nei fatti l’azienda sarà totalmente comunale. Affermare che si vuole vendere la proprietà è falso e utopico. In ogni caso ci sarebbe un voto popolare e prima non si vede perché Municipio e Consiglio comunale debbano e possano volere una tale vendita; non c’è mercato. Il 100% del capitale di AIM SA sarà della Città di Mendrisio (azioni nominative), come oggi una proprietà comunale. I membri del Consiglio di amministrazione sono scelti dal Consiglio Comunale (3) e dal Municipio (4). Il controllo pubblico è quindi totale». Il Gruppo Lega-UDC-Indipendenti sostiene la posizione del Municipio, e su Facebook fra Robbiani e Ghisletta era scattato un battibecco, a suon di commenti (pare) cancellati, tanto che il leghista aveva tuonato: «Sul referendum contro l'AIM SA i toni si fanno "forti". Al Socialista Momò Ghisletta non vanno proprio giù gli articoli pro-AIM SA. Una semplice domanda, ma come mai allora il Municipale Comi (socialista) ha aderito al Messaggio pro-AIM SA?»Andrea Ghisletta, dal canto suo, ha ribadito «ho commentato per due volte la bacheca del collega di CC Robbiani, spiegando i nostri argomenti sul referendum. Altro che frottole... Peccato che i miei commenti sono durati in media tra i 2 e i 3 minuti: cancellati. Trovo poi spettacolare come il triciclo sia ben compatto anche a Mendrisio, accusandoci addirittura della crescita del moltiplicatore. Governano da decenni e i buchi finanziari (che vogliono colmare con un trucco contabile, non con l'arrivo della Apple a San Martino) sarebbero colpa di IaS&Verdi. Qualcuno ha paura del dibattito e della democrazia?». La posizione dei socialisti è chiara: «Il PS sostiene il referendum che si oppone alla privatizzazione delle Aziende industriali di Mendrisio: trasformarle in SA significa escludere il controllo democratico dalla loro gestione». Anche i Verdi sono pro referendum, e Claudia Crivelli Barella ha fatto sentire la sua voce con un'opinione, criticata da Robbiani che ha commentato come la presidente del Consiglio comunale dovrebbe secondo lui essere super partes. Crivelli per contro ha scritto come «noi referendisti non ci opponiamo alle sinergie tra le tre aziende di Mendrisio, Stabio e Chiasso: ma come ha detto pochi mesi fa il capogruppo dei Verdi in Gran Consiglio Francesco Maggi a proposito dell’Azienda elettrica ticinese e del mercato dell’energia ticinese e svizzero, questi ultimi saranno vittime fra pochi anni di un uragano che renderà velleitarie le strategie a livello distrettuale». Il PPD, ovviamente, difende la posizione di Romano, e lo ha fatto nei giorni scorsi con un intervento del consigliere comunale Paolo Danielli. «Non si rinuncia a cuor leggero a una forma giuridica che ci ha accompagnato per più di un secolo, ma non possiamo nemmeno fingere di non vedere che oggi questa forma è come un vestito stretto che impedisce la libertà di movimento di cui le AIM hanno bisogno. Non possiamo non vedere che oggi le AIM si muovono quasi nell’illegalità pur di non perdere terreno, e clienti, nei confronti di altre importanti aziende fornitrici di energia. Sì, perché le AIM non sono più da tempo una piccola azienda, ma una realtà solida che ambisce a confrontarsi con altre aziende partner su un mercato completamente diverso rispetto a quello di pochi decenni fa. E l’unica ricetta che abbiamo, oltre a quella di non fare niente, è quella di cambiare il vestito vecchio con uno nuovo più flessibile, comodo e adatto ai tempi. Credo che sostenere la trasformazione giuridica delle AIM sia un atto politico lungimirante, perché credo che ciò che oggi può apparire solo come un’opportunità da cogliere, un domani potrà invece diventare una necessità di cui abbiamo bisogno!». Intanto, il termine per la raccolta firme è fissato per il 16 dicembre. E se il pre campagna elettorale è già così acceso, chissà cosa accadrà se si andrà alle urne...
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