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27.01.2017 - 16:300
Aggiornamento: 21.06.2018 - 14:17

Caggiano, «il caso Ibraimi strumentalizzato a fini politici. Vismara ha creato un clima ottocentesco»

Due candidati leghisti al Legislativosi sono ritirati. «Sul profilo Facebook di Ibraimi i controlli sono stati superficiali ma la stima nei suoi confronti è immutata. Vorrei il rispetto che ora non c'è»

PARADISO - Un clima infuocato: è quello che si sta respirando a Paradiso, politicamente parlando, nel pre elezioni-bis. Il caso di Lokman Ibraimi, il candidato leghista di cui il portale GAS.social ha svelato i post antisemiti e inneggianti al narcotraffico, è stato l'inizio, poi oggi altri due candidati con Consiglio Comunale, Vladimir Miloševic e Shkëndim Islamaj, si sono ritirati. Abbiamo contattato il Municipale Antonio Caggiano per capire che cosa stia succedendo, e lui si è lasciato andare a un lungo sfogo. Antonio Caggiano, alla lista leghista sta accadendo di tutto...«Non lo direi in questo modo... Purtroppo, il tutto è una conseguenza dell'andazzo a Paradiso in questi anni. Scollegherei la vicenda Ibraimi dai due ritiri».Parliamo della vicenda Ibraimi, quindi.«È una questione particolare, a cui è stato dato un risalto maggiore di quanto meritasse. Il ragazzo a nostro avviso è completamente integrato, è nato e ha frequentato tutte le scuole a Paradiso. Ha fatto un errore, che condanniamo e da cui ci distanziamo in modo assoluto, cinque anni fa. Parlerei di errore e di ingenuità di un ragazzo che ha voluto sensibilizzare condividendo alcuni post, non è un estremista, bensì un giovane di 26 anni, col suo lavoro, sposato e con una bambina di 10 mesi che è stato massacrato come se fosse un esponente dell'ISIS».Abbiamo provato a contattarlo senza risultato, lui non parla coi media. Come come vive la situazione?«Sicuramente non sta bene. Non poteva immaginare che una candidatura per una carica importante come il Consiglio Comunale potesse portare a tanto astio nei suoi confronti. La sta gestendo non parlando con nessuno e ritirandosi nella vita "normale" che ha condotto sinora. Da parte nostra la stima nei suoi confronti è immutata, nella maniera più assoluta. Lui ha capito che questa situazione, tirata fuori dai socialisti dal loro portale, è stata strumentalizzata a fini politici. Qualcosa si può trovare sui profili Facebook di chiunque. Ibraimi ripete che ha postato quelle immagini per sensibilizzare su ciò che non si deve fare, questa è la sua spiegazione. Visto l'imbarazzo creato ha preferito di sua spontanea volontà abbandonare. Noi cosa avremmo fatto? Eravamo della sua stessa opinione, tenerlo in lista voleva dire continuare a parlare di tutto ciò e destabilizzarlo ancor di più».Certo che, detto onestamente, è strana la foto di un candidato leghista con la bandiera albanese, non crede?«Allora dovremmo andare a vedere che controlli vengono effettuati su tutti i naturalizzati, dato che si sta parlando del tema anche a livello federale. Si va a semplificare le naturalizzazioni ma dall'altra parte si fa ad andare a vedere se una persona porta nel cuore anche la sua patria natia.Quelle naturalizzazioni semplificate a cui la Lega però si oppone...«Questa non è una presa di posizione politica, non sto dicendo quello. Intendo dire che a monte i controlli andrebbero fatto in un altro modo. Se lui fosse stato in procinto di essere naturalizzato, chi lo giudicava sarebbe andato a vedere in quel modo il suo profilo Facebook? Paradiso è stato uno dei comuni in cui si è naturalizzato di più, chiniamoci sul tema e riflettiamo».Voi non avevate visto quelle immagini?«Assolutamente no. Chi si era proposto come candidato è stato sottoposto a tre colloqui con noi, e abbiamo ritenuto, per le informazioni che ci aveva dato, che Ibraimi fosse una persona pienamente integrata. Il profilo Facebook è stato guardato ma in maniera superficiale, non avrei mai pensato di andare indietro di cinque anni a leggere i post».Invece, cosa ha portato Miloševic e Islamaj a ritirarsi?«Il caso Ibraimi ha segnato tutti. Si sono spaventati dall'attenzione mediatica che ha ricevuto non avendo fatto nulla. Sono giovani, uno per esempio ha 22 anni, sta cercando un lavoro, si deve sposare e non voleva fare la stessa fine. Oggi hanno trovato una foto su Facebook, domani potrebbero vedere una multa per eccesso di velocità e trasformarmi in un criminale della strada, mi ha detto, e non se l'è più sentita».Tutto quanto sta accadendo rischia di condizionare il risultato elettorale, concorda?«La Lega a Paradiso non ha mai avuto una lista cosi forte, con sette candidati al Municipio di un certo livello, professionalmente parlando. La qualità è importante, e quanto successo non va a offuscare la lista perché i tre ragazzi non erano i nostri candidati forti. Vorremmo far capire alla popolazione che con nuove idee e un programma chiaro la Lega è pronta a governare».Il clima nei confronti dei leghisti, a Paradiso, è così pesante?«Il clima è veramente molto pesante ed è l'unico rammarico. È come essere tornati nell'Ottocento quando ci si sparava, con angherie personale. Mi aspettavo che la sentenza potesse incattivire le persone ma non così tanto. Basti pensare a quando mi sono insediato, persino alla tv parlarono di una sala gelida. E non è solo questo, il loro atteggiamento è ottocentesco...»Per loro intende i liberali e il sindaco Ettore Vismara. Quanta colpa ha lui di questo clima di cui ci parlava?«Il sindaco è il primo artefice di questo ambente malsano. Ognuno deve poter dire la sua, indipendentemente dal colore. Mi auguro che ci sia più rispetto, che adesso non c'è. Pensiamo ai volantini di informazione del Municipio, c'è sempre scritto "a causa del ricorso inoltrato dalla Lega e alla sentenza del Tribunale Amministrativo, siamo costretti ad annullare i servizi". Ma non è a causa nostra, bensì per il problema a monte, un concetto semplice che l'elettorato legge in modo sbagliato. Vismara gridava al complotto con Borradori, Gobbi e la Magistratura, è possibile? Ma non vogliamo polemizzare e fare il loro gioco, vorremmo contrattaccare solo tramite i nostri presupposti politici e la nostra linea programmatica». Foto tratta dal profilo Facebook di Antonio Caggiano
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