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Cronaca
06.04.2017 - 17:150
Aggiornamento: 21.06.2018 - 14:17

L'amarezza di Del Don, "Bellinzona è una città di funzionari. Abbiamo perso un treno che non passerà mai più, ci faremo mangiare da Lugano e Locarno..."

Il candidato della coalizione leghista è arrabbiato non tanto per la sua mancata elezione ma "perché non vi è stato nessun cambiamento. Non hanno realizzato nulla con 17mila abitanti, cosa vogliono fare con 45mila?"

BELLINZONA – Branda è il primo sindaco della Nuova Bellinzona, il PLR ha deciso di fare un passo indietro non andando al ballottaggio, in modo da poter iniziare celermente a lavorare, il PPD ha conservato il suo seggio, la Lega ne ha conquistato uno. Tutti contenti? No. Per Orlando Del Don, è stata un’occasione sprecata, un’occasione che non si ripeterà mai più. Un post sibillino post elettorale aveva attirato la nostra attenzione (“Bisogna diffidare di due categorie di persone: quelle che non hanno personalità, e quelle che ne hanno più d’una”), e lo abbiamo contattato per capire se la delusione viene solo dalla sua mancata elezione. Abbiamo scoperto di no…

A chi si riferiva scrivendo quel post? C’era un bersaglio particolare o è una riflessione generale?
“Si tratta di una riflessione generale rispetto al fatto che tutti vogliono cambiare e poi in realtà non lo vogliono. Bellinzona aveva la possibilità di operare un cambiamento… Poi quando ho visto la marcia trionfale sul piazzale della Stazione ho avuto un attimo di sconforto: cosa volete andare a liberare? Semmai liberare Bellinzona da voi stessi… Tutti vogliono far cambiamenti, portar forze e idee nuove, in realtà sono stati confermati sei volti su sette e non è mutato nulla. Si vorrebbero fare rivoluzioni? Fa un po’ ridere. I giornalisti hanno definito la Città “Bellinzona la rossa”, e anche il ballottaggio non viene fatto. Sarebbe stata l’unica occasione per sentire un confronto diretto su progetti diversi per Bellinzona, si rifiutano anche di fare ciò. Non c’è stato dibattito, non c’è stato nulla. Il braccio destro non sa cosa fa il sinistro, oppure c’è gente che fa tante belle promesse, incoraggia dicendo “fai pure, siamo con te, finalmente qualcuno può cambiare qualcosa”, poi… Sono contento e grato a chi mi ha sostenuto, ma gli altri dove sono?”

Dunque, è deluso da persone che magari in campagna elettorale le davano pacche sulle spalle e poi non l’hanno votata?
“Sì, poi vedo che quasi 500 preferenziali dati al sindaco Branda vengono dalla nostra lista… È abbastanza inquietante, c’è gente che non ha personalità e segue l’onda e guarda chi è più simpatico e chi le spara più grosse, oppure c’è chi vuole accontentare tutti, un po’ a destra e un po’ a sinistra. Bisogna avere il coraggio di prendere una decisione: o siamo tutti per Branda, tutti socialisti, tutti rossi… Abbiamo una Città di 45mila abitanti, ma dove sono le idee nuove? Non basta garantire sportelli in tutti i quartieri o garantire il posto a tutti i dipendenti, per quello bastano i funzionari, non servono i politici. Mi fanno ridere, abbiamo perso il treno. E non passerà più”.

La sua amarezza non viene solamente dal fatto di non essere stato eletto: pare di capire che ci sarebbe stata anche se lei fosse entrato in Municipio, è corretto?
“Non è fra me e Minotti che voglio andare a parare, ma sul fatto che non c’è stato alcun cambiamento. Se almeno ci fossero stati dei volti nuovi, pur mantenendo i vecchi rapporti di forza, potrei ancora capirlo. Sono gli stessi, invece… Dov’è la voglia di rinnovamento, dov’è il nuovo che avanza? Se la montagna ha partorito questo topolino in un momento così importante che non si ripeterà più, si proseguirà per i prossimi cinquant’anni così, ma poi nessuno venga a lamentarsi”.

E adesso, che ruolo avrà Del Don?
“Il problema è che Bellinzona è una città di funzionari, e il partito che ha trionfato marciando sul viale della Stazione ha promesso posti per tutti. Si può promettere questo, essendo un nuovo comune? Tanto valeva restare come si era prima. La gente non pensa con la sua testa, e il mio post va in quella direzione. I posti vengono salvati comunque, non c’è bisogno di sette Municipali, sarebbero bastati i funzionari, con sportelli ovunque e posti per tutti, pensioni adeguate. Il politico deve avere una visione nuova per una Città nuova di 45mila abitanti. Mi sarebbe piaciuto vedere Branda e Bersani in un dibattito serrato per vedere chi merita il sindacato, ma hanno rinunciato semplicemente perché avrebbero dovuto tirar fuori differenze che non ci sono. È una grossissima, grandissima delusione. Sarebbe stato bello che i bellinzonesi avessero pensato: siamo andati avanti quattro anni con una città di 17mila persone con un encefalogramma piatto, una gestione corrente ma nulla di più, adesso Bellinzona è quasi triplicata e gli stessi vogliono portare avanti le stesse cose. Non è deprimente, domanda retorica? Se non siete riusciti a fare novità in una città piccole, come potete farlo in una più grande, con tutte le occasioni che si presenteranno? Ci faremo mangiare da Lugano e Locarno, e fanno bene a farlo. Spero che il Consiglio Comunale dia una sveglia. Li mi piacerebbe essere da pungolo".


Paola Bernasconi
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