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Cronaca
05.06.2017 - 19:300
Aggiornamento: 21.06.2018 - 14:17

La verità di BePooler. "Il Ticino per noi è un laboratorio importante. Vogliamo assumere giovani residenti ma prima dobbiamo crescere: non metteteci i bastoni fra le ruote"

Amministratrice, sede, mandato da parte della città di Lugano, applicazione scaricabile: la società di Ponte Tresa ribatte all'interrogazione dell'UDC. "Vogliamo far chiarezza contro le delazioni"

PONTE TRESA – Accusata pubblicamente dall’UDC luganese in un’interrogazione, la start up BePooler se ne è sentita dire di tutti i colori: prima di tutto, è stata tacciata come una società con sede fantasma creata ad arte sol per ottenere un mandato dalla città di Lugano. E la nostra voglia di indagare, per capire se gli strali democentristi sono corretti, si è incontrata con quella di chiarire della società che si occupa di car pooling.

La sede a Ponte Tresa, secondo l’UDC, è un castello disabitato: lì non ci sarebbe nulla. Dopo aver chiamato in sede, parliamo con un collaboratore, dunque in via alle Scuole 6 qualcuno c’è. Ci dicono che si tratta di una novantina di metri quadrati, con ingressi, cucina, servizi igienici, postazioni e sala riunioni. Non sempre, ci viene spiegato, c’è qualcuno. Di solito si trova almeno una persona, al massimo ve ne sono tre. L’entrata però, figura su via alle Scuole, ma il cancello è stato chiuso per non permettere l’ingresso al parco privato, e dunque si entra da sopra, da via al Mercadello: una parte del malinteso può venire probabilmente da qui.

Chi fa parte di BePooler? Sabrina Rocca è l’amministratore, e risiede, secondo i collaboratori, in locali attigui alla sede. Poi ci sono Antonio Turroni, fondatore e responsabile delle strategie, Andrea Moglia, con cui parliamo, che è responsabile delle operazioni internazionali, Paolo Mastrobuono che è il CDO, ovvero responsabile delle tecnologie, Mirko Baruffini, responsabile businnese developpement in Ticino e Gianluca Serravalle, che fa customecare e amministrazione.

Ci concentriamo sulla signora Rocca, la quale ci risulta abbia ricevuto il permesso B solamente pochi giorni prima della fondazione della ditta. Lo ha richiesto espressamente? Il nostro interlocutore ammette di non saperlo, ma ci dice che Rocca ha scelto di vivere a Ponte Tresa perché innamorata del Ticino, dove svolge la sua attività principale, che non è legata alla BePooler.

Il Ticino è un laboratorio e un trampolino di lancio, ci viene spiegato: ora BePooler sta cercando lo sviluppo in Italia e Oltralpe. Da noi ha portato comunque forti risorse. Ora è multinazionale, con una sede a Rho, vicino a Milano, per operare in Italia e a Parigi, l’idea è arrivare ad altri paesi. Ma il Ticino non verrà abbandonato, ci sarà Baruffini come responsabile. Si punta alla crescita dopo l’estate in Svizzera interna. La struttura italiana ha avuto l’investimento di un milione di euro da parte del fondo di investimenti Terra Nova Advisers, con VIASAT Group, IoT, Telematics, Fleet Management, Big Data e SmeUp. Ci sarà la possibilità di assumere dei residenti? Ci viene risposto che la volontà c’è, Baruffini ha collaborato con la SUPSI e vorrebbe dare la priorità a ragazzi che hanno studiato qui, ma il presupposto è la crescita della società, per cui la BePooler chiede collaborazione da parte delle istituzioni e della società e non bastoni fra le ruote.

L’UDC chiedeva lumi sull’affitto dei parcheggi a Cornaredo. Secondo nostre informazioni, il Comune non paga BePooler. E in effetti, ci fanno sapere dalla azienda, lo ha specificato anche il Comune di Lugano in un comunicato del 7 aprile: “I costi di gestione dell’iniziativa sono coperti dalla start-up BePooler, la Città contribuisce a questa sperimentazione mettendo a disposizione gratuitamente i 18 parcheggi”. Anzi, ci spiegano, la start-up ha compiuto un investimento, anziché ricevere soldi, e si dicono contenti del progetto. Ancora una volta, chiedono l’aiuto delle forze politiche, per ridurre il traffico, un problema per il Ticino. Per questo la BePooler è venuta qui, ci viene detto, e non per i contributi pubblici, che non ha ricevuto.

Perché, chiediamo, l’azienda è stata attaccata? Non ci danno risposte, vorrebbero chiedere a chi ha inoltrato l’interrogazione, ma c’è interesse a far chiarezza. E BePooler crede di averla fatta tramite queste dichiarazioni, rilasciateci da Andrea Moglia. Infine, precisano che l’applicazione è gratuita, e diversamente da alcuni social non condivide i dati degli utenti, oltre ad avere una sezione che permette di trovare soluzioni di car pooling gratuite.

Ora attendiamo la risposta del Municipio all’UDC. 
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