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Cronaca
25.06.2017 - 14:000
Aggiornamento: 21.06.2018 - 14:17

Sciopero! I dipendenti svizzeri della Navigazione Lago Maggiore incrociano le braccia. E la politica si muove per loro

Cinque deputati di cinque partiti diversi hanno lanciato una mozione al Governo di attivarsi per garantire il servizio e i 34 posti di lavoro

LOCARNO – Sciopero dei lavoratori e delle lavoratrici della Navigazione Lago Maggiore bacino svizzero: come noto la direzione della NLM ha annunciato per la fine del 2017 il licenziamento collettivo di tutto il personale, ossia 34 dipendenti.

Tra comunicati e prese di posizione, da parte italiana si era detto che l’interruzione non è stata una propria scelta, ma che si sta lavorando, assieme ai colleghi svizzeri (che però non disdegnano un lavoro svolto da privati), per trovare una nuova soluzione, raccontando dei passi avanti compiuti. E precisando che i posti di lavoro fissi destinati a essere persi sarebbero stati 14.

Ma i dipendenti hanno deciso di passare all’azione, e sostenuti dai sindacati (su Facebook, basti vedere i post di Giorgio Fonio, Igor Cima e Fabrizio Sirica, per esempio), hanno incrociato le braccia.

Al sito online de La Regione, Gianluca Mantegazza, direttore della NLM, si è detto sorpreso dello sciopero, che era atteso ma non in modo così repentino.

Fonio (PPD) ha immediatamente lanciato una mozione a favore dei lavoratori, assieme ai colleghi Nicola Pini (PLR), Ivo Durisch (PS), Fabio Badasci (Lega) e Michela Delcò Petralli (Verdi): un documento dunque condiviso a livello interpartitico, che recita:

“Il personale del bacino svizzero ha sempre garantito con la massima professionalità e in totale sicurezza, un servizio pubblico di qualità apprezzato da residenti, utenti, turisti e viaggiatori occasionali. Un servizio pubblico importante non solo per la regione del Locarnese, ma per tutto il Cantone, considerata la valenza turistica e l’indotto economico generato. Anche nella regione vi è forte preoccupazione per quanto sta succedendo all’interno della NLM e alla possibile cancellazione o riduzione del servizio di navigazione sul bacino svizzero”.

“Con il licenziamento collettivo si azzerano posti di lavoro di qualità e regolamentati da condizioni contrattuali dignitose; non dimentichiamoci che i dipendenti licenziati sono tutti residenti in Ticino con le proprie famiglie”, proseguono i deputati, invitando il Consiglio di Stato a:

“1. Valutare eventualmente anche con l’appoggio dei Comuni un sostegno finanziario per garantire nel tempo il servizio di navigazione anche all’interno del bacino svizzero del Lago Maggiore e i citati posti di lavoro garantendo condizioni contrattuali adeguate. Occorre infatti scongiurare in ogni modo qualsiasi fenomeno di sostituzione della manodopera.

2. Prendere contatto con l’Ufficio Federale dei Trasporti per trovare il più presto possibile delle soluzioni che garantiscano la sostenibilità del servizio sul bacino svizzero del Lago Maggiore”.
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