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Cronaca
13.08.2017 - 14:300
Aggiornamento: 21.06.2018 - 14:17

Cavalli assolve chi cerca la dolce morte, "decisioni da rispettare, prese con malattie che portano allo sfinimento". E quasi 200 stranieri sono venuti a morire in Svizzera nel 2016

Un 54enne di Torino, con un tumore maligno al cervello, cerca soldi per poter raggiungere il nostro paese per morire. "Malgrado le cure palliative che alleviano le sofferenze, c'è chi decide di smettere di lottare", dice un chirurgo

BELLINZONA - È di Torino, e vuole morire, ma non può farlo in Italia. Il settimanale Il Caffé racconta di un ennesimo caso, dopo quelli di Dj Fabo e di Gianni Trez: persone provate da una malattia senza via d'uscita, che cercano di andarsene per lenire le sofferenze.

Angelo Mastrototaro, 54 anni, ha un tumore maligno al cervello, è costretto a letto. La diagnosi che gli ha cambiato la vita è arrivata solamente nove mesi fa, a dicembre, e da allora è stato un calvario. Anche la madre, che si occupava di lui, si è rotta un femore e ha avuto un calo a livello mentale, mentre Angelo è stato vittima anche di un infarto. Una badante si prende cura di tutti e due, ma lui ormai ha deciso: vuole morire, e chiede aiuto per poterlo fare nel nostro paese. Gli servono soldi, che non ha. Gli amici, quelli che gli sono rimasti vicini, non hanno possibilità economica per aiutarlo. E allora rivolge un appello ai lettori.

Una vicenda triste, drammatica, che riapre il tema della morte assistita, che aveva tenuto banco per un po' in Ticino, col caso di Dj Fabo e non solo.

Il settimanale ha sentito le opinioni di due luminari della medicina, e anche loro hanno ammesso che, a un certo punto, il dolore e lo sfinimento portano al desiderio di ricorrere alla dolce morte. Una sorta di assoluzione per chi si arrende, conscio di anticipare solo la fine, oppure di riasparmiarsi altri periodi di sofferenza. E la triste contatazione che purtroppo la medicina non può tutto.

"Sono scelte da rispettare", osserva Franco Cavalli, oncologo. "Perché non sono mai decisioni prese alla leggera, ma sono sempre il frutto di un lungo periodo di riflessione. Solitamente sono persone affette da una grave malattia neurologica, come ad esempio la sclerosi multipla, che degenera e si aggrava nel tempo e che porta il paziente allo sfinimento". 

"Malgrado esistano le cure palliative, che possono fare molto per alleviare le sofferenze, di fronte ad evidenti invalidità progressive c’è chi dice basta e decide di smettere di lottare", aggiunge il chirurgo Sebastiano Martinoli. 

Ad ogni modo, i numeri della dolce morte sono in aumento in Svizzera, sopratutto sono molti gli stranieri, italiani in particolare, che vengono nel nostro paese per essere accompagnati. Nonostante i costi (un problema per molti, come testimonia la storia di Angelo), Dignitas, che accetta stranieri, nel 2016 ha accompagnato verso la morte 201 persone. Fra di loro, solamente sei svizzeri e ben 195 stranieri! Exit Svizzera tedesca l’anno scorso ha "accompagnato alla morte" 722 persone.
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