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Cronaca
27.09.2017 - 22:130
Aggiornamento: 21.06.2018 - 14:17

Le Officine saranno smantellate... anzi no. "Es war ein Fehler", tutta colpa della traduzione

Il Partito Socialista aveva diramato un comunicato di sostegno per gli operai, Marina Carobbio si era subito mossa con un'interrogazione al Governo Federale, ma poi la retromarcia a sorpresa, "le parole sono state tradotte male". Gianni Frizzo, "ci credo poco. Volevano lanciare la notizia..."

BELLINZONA – Le Officine e i suoi lavoratori tirano, per il momento, un sospiro di sollievo. Oggi si era diffusa la notizia secondo cui era stato deciso che esse avrebbero lasciato Bellinzona, con l’area che occupano attualmente che sarebbe stata riconvertita in un quartieri con spazi abitativi, di studio e di lavoro. E i 450 dipendenti, che di fatto hanno ricevuto una doccia fredda? Per loro, l’assicurazione che non saranno licenziati bensì spostati in officine più moderne in Svizzera. In Ticino? Non si sa, ci sarebbe un’ipotesi Castione.

Naturalmente, la novità non poteva lasciare indifferente nessuno. Il Partito Socialista nel pomeriggio ha diramato un comunicato in cui esprime preoccupazione e dice di essere pronto a impegnarsi affinché i posti di lavoro siano salvati. “Vanno rispettati gli accordi sottoscritti tra le parti, volti a mantenere il volume di lavoro e a concretizzare il polo tecnologico industriale nel settore del trasporto pubblico che dovrà garantire lo sviluppo di posti di lavoro di qualità nel settore. Annunciare che non saranno effettuati licenziamenti non è sufficiente poiché l’evoluzione dell’impiego in seno alle Officine porterebbe a una drastica diminuzione dei posti di lavoro, causata da pensionamenti non controbilanciati da altrettante assunzioni, prepensionamenti forzati o da piani sociali. Il PS chiede perciò che le FFS garantiscano in modo chiaro ed esplicito che non intendono portare avanti il trasferimento e la conversione del comparto a scapito dei posti di lavoro delle Officine, ovvero del settore industriale ferroviario del Bellinzonese. Quest’ultimo non va solo mantenuto allo stato attuale, ma va soprattutto potenziato al fine di non perdere dei posti di lavoro di qualità a causa di una passività e un’inerzia nel portare avanti un progetto industriale che sappia anticipare l’evoluzione tecnologica nel settore meccanico e industriale della ferrovia, adattandosi alla stessa”.

La Consigliera nazionale Marina Carobbio ha immediatamente inoltrato un’interrogazione al Governo Federale, chiedendo come intende attivarsi per far sì che le Officine in Ticino restino all’avanguardia, Matteo Pronzini si diceva pronto a marciare coi dipendenti, il Municipio di Bellinzona aveva emesso una nota…

E poi… fermi tutti! È un errore. Una traduzione sbagliata dal tedesco, affermano le FFS. L’opinione di Jürg Stöckli è stata interprepata in modo errato: intendeva dire “potrebbe venire convertita” riferendosi all’area delle Officine. Insomma, una possibilità, ma nulla di deciso.

Quindi, per ora, le Officine sono al sicuro, o quanto meno, non sono smantellate. Gianni Frizzo, anima del famoso sciopero, ci crede poco: “Il loro obiettivo era solo veicolare un messaggio, le FFS non sono sprovvedute. Parlano già di un comparto abitativo e addirittura di un caffè, con ancora negoziati in corso…”.

Un’esca lanciata nello stagno, quindi? Staremo a vedere, per intanto, comunque, niente panico.
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