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15.12.2017 - 12:040
Aggiornamento: 21.06.2018 - 14:17

Inchiesta sulla dolce morte, al centro c'è di nuovo Mariangela Gasperini

La donna fermata e rilasciata in relazione all'istigazione al suicidio assistito è l'ex infermiera, a cui il DSS ritirò il permesso di operare, già protagonista nel campo della dolce morte in Ticino

MELANO – Ancora lei: la donna interrogata e poi rilasciata nell’ambito di un’inchiesta nell’ambito del suicidio assistito è Mariangela Gasperini, secondo nostre fonti.

La donna era stata condannata pochi mesi fa a un anno e tre mesi di reclusione sospesi condizionalmente per truffa aggravata, ripetuta falsità in documenti e violazione della normativa vigente sull’AVS. Divenuta “famosa” per le sue attività nell’ambito della dolce morte, era infermiera ma nel 2015 il Dipartimento Sanità e Socialità del canton Ticino aveva ritirato l’autorizzazione a esercitare la professione.

Negli ultimi anni il dibattito si era scatenato, con Mariangela Gasperini protagonista del settore assieme a Isabelle Scherrer. Erano state scoperte diverse case della dolce morte, a Chiasso e Orsellina, pur senza avere la certezza di chi ci fosse dietro. Con la sua società, la LL Exit,si era trasferita a Melano, dove però i vicini si erano lamentati e il comune aveva negato la licenza edilizia per svolgere l’attività.

In attesa della decisione del TRAM, la donna aveva continuato, pare, a operare in modo itinerante, con una costola della società, la Carpe Diem.

Adesso, il Ministero si è chinato di nuovo sull’associazione. E si riapre il caso.
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