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Cronaca
26.02.2018 - 16:550
Aggiornamento: 21.06.2018 - 14:17

Volevano fare un buco nel muro con una carotatrice, abbastanza grande da far entrare una persona. E avevano pensato anche all'allarme... I dettagli dell'operazione di Chiasso

Il commissario capo Renato Pizzoli ci racconta come sono avvenuti i cinque fermi in territorio svizzero: "si tratta di persone residenti in Puglia, determinante la collaborazione coi Carabinieri di Cerignola e Abbiategrasso. Erano una banda organizzata e decisa. Non si sono consegnati a noi, ma non ci sono stati spari"

CHIASSO – Un’operazione destinata a essere ricordata a lungo, quella di questa mattina attorno alle 2 a Chiasso. Cinque malviventi sono stati fermati da alcune decine di agenti, facenti parte della Polizia Cantonale, della Comunale di Chiasso e delle Guardie di Confine, mentre stavano per rubare alla Loomis, una ditta attiva nella logistica dei valori, con sede a Chiasso.

Il commissario capo della Polizia cantonale Renato Pizolli non ci dice il nome della ditta, però ci racconta i dettagli, quelli consentiti dall’indagine in corso, di questa maxioperazione. “Ciò che posso dire è che è stata un’azione di Polizia svolta in maniera preventiva, basandosi sulla scambio di informazioni coi Carabinieri di Cerignola e con la collaborazione di quelli di Abbiategrasso e Como. In Svizzera l’azione si è svolta, sempre coordinata dalla Cantonale, che ha gestito tutta l’inchiesta, assieme alle Guardie di Confine e la Polizia di Comune. Su territorio svizzero sono stati fermati cinque individui di nazionalità italiana, come detto nel comunicato. Stavano commettendo un furto con scasso ai danni di una società di trasporto di valori, l’azione era un po’particolare…”.

Dunque, come avrebbero agito?
“Abbiamo sequestrato un materiale che si chiama carotatrice, che permette di fare un buco anche nei muri particolarmente resistenti, come possono essere quelli in cemento armato. Era il loro modo per accedere allo stabile: avrebbero completato un buco nel muro sufficientemente grande per far entrare una persona e asportare la refurtiva. Il buco non è stato effettuato, il tutto è stato fermato prima. Un’azione simile presuppone qualche ora di attività, e per metterla a segno dovevano impedire che entrasse in funziona l’allarme: avevano piazzato sul tetto dello stabile adiacente un’apparecchiatura che inibisce l’entrata in funzione dell’allarme stesso”.

Un’organizzazione approfondita, quindi…
“Era una banda organizzata con materiale all’altezza di quanto ideato, determinata a portare a termine l’azione”.

Ovviamente vi è stata  fatta una soffiata per sapere dove avrebbero agito.
“La nostra era un’azione preventiva. Sono quelle inchieste che nascono e si sviluppano tramite informazioni. Si lavora per evitare che vengano commessi gravi reati, come successo tempo fa con una rapina a Castelrotto. Devo dire che questo caso parla di una banda estremamente organizzata. La dinamica delle indagini e la gravità del reato può portare a un parallelismo con l’operazione di un paio di settimane fa relative ai Pink Panthers, anche se la collaborazione, le informazioni erano diverse, così come il crimine. Lo svolgimento è lo stesso: la Polizia Cantonale coordina e vengono chiamati in causa degli esperti. Va detto che le persone fermate non si sono consegnate alla Polizia, hanno cerato di sottrarsi al fermo, ma non c’è stato necessario l’uso di armi da fuoco. Qualcuno ha sentito qualcosa, ma non sono stati sparati colpi da arma da fuoco”.

Parlava di collaborazioni con i Carabinieri di Cerignola, le persone fermate sono di origine pugliese?
“Quelle fermate in Svizzera sono residenti in Puglia. Per quelle che sono state invece fermate in Italia non posso dirlo”.

Potrebbero essere responsabili di altri furti in Svizzera?
“Siamo alle prime battute di un’inchiesta complicata, è presto per affermarlo: non escludiamo niente. Certamente sono tipi di azioni che non passano inosservate, se viene commesso un furto di questo tipo crea una certa enfasi. Stiamo parlando di edifici che contengono valori importanti, in termini di denaro, di oro, di preziosi, se vengono violati con un buco nel muro e svaligiati non passa inosservato…”

Sottolineiamo però la collaborazione con la Polizia Italiana, vero?
“Per noi è importante che venga sottolineato. È sintomo di successo”.

Paola Bernasconi
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