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01.06.2018 - 15:440
Aggiornamento: 21.06.2018 - 14:17

Se un'ex leghista sostiene la spese in Italia... "I grandi distributori non pagano qui le tasse e i dipendenti sono frontalieri. In Ticino è tutto troppo caro"

Presa di posizione a sorpresa dell'ex Municipale locarnese Renza De Dea. "Sono giunta alla conclusione che far la spesa in Italia non contravvenga a chissà quale principio di sostegno all'economia ticinese: per chi ha una famiglia, la differenza è importante. Nei ristoranti, quanto costa il vino locale?"

LOCARNO – E a volte, anche chi politicamente era convinto di qualcosa, di fronte a fatti che ritiene inattaccabili o oggettivi, cambia idea. È il caso di Renza De Dea, ex Municipale leghista di Locarno, che ora si dice favorevole alla spesa in Italia.

Ecco il suo post social:  “Sono sempre stata contraria al fatto che si vada a fare la spesa fuori confine. Confesso però che mi sto ricredendo perché, ragionando su questo fatto, sono arrivata alla conclusione che i Grandi Distributori non pagano imposte in Ticino, se non quelle miserie di imposte immobiliari. Inoltre i loro dipendenti sono per la maggioranza frontalieri. Quindi sono giunta alla conclusione che chi fa la spesa in Italia non è che contravvenga a chissà quale principio di sostegno all'economia ticinese. Inoltre capisco che per chi ha una famiglia, la differenza in soldoni sia davvero importante. In Ticino costa tutto troppo: dai negozi ai ristoranti, dove paghi una 8 franchi una bottiglia di acqua. I Grandi Distributori dovrebbero perlomeno ridurre i prezzi delle derrate alimentari di prima necessità: pasta, riso, zucchero, bibite, e altro ancora, per porre rimedio al fuggi fuggi… La mia famiglia è piccola, siamo in due persone e quindi posso anche evitare di farmi il viaggio per la nostra piccola spesa, ma in effetti quando vado in un supermercato in Ticino devo constatare che certi prezzi sono allucinanti. Mi dispiace davvero, ma non si può colpevolizzare chi cerca di sbarcare il lunario…. la soluzione va ricercata nel cartello della lobby delle Grandi Catene di Distribuzione. Altrimenti non riusciremo mai a porre freno a questa emorragia di cifra d'affari”.

Una modifica sostanziale di idee, in cui non mancano alcune accuse, nei commenti che seguono. “Il mio riferimento è al fatto che i Grandi Magazzini non pagano imposte sull'utile in Ticino, ma lo pagano nel Cantone dove ha sede la Holding. A mio modo di vedere, le imposte sull'utile andrebbero calcolate in base alle superfici di vendita. In questo caso anche nelle casse del Ticino entrerebbe qualcosa. Ma questo è un concetto mio, che andrebbe evidentemente analizzato”: il sistema, dunque, a suo avviso andrebbe cambiato.

Ovviamente, va tenuto conto che “anche gli affitti dei commerci concorrono a questa situazione. I proprietari di immobili costruiti molti anni fa e quindi completamente ammortizzati, non possono pretendere di chiedere cifre assurde che provocano la chiusura soprattutto di piccoli commerci. Condivido anch'io che il cliente vada servito con maggiore qualità e modalità diverse. Non si può però generalizzare, perché c'è anche chi sa fare il suo lavoro ottimamente”.

Anche per quel che concerne i ristoranti, però, De Dea si apre all’estero. “Ora so di scatenare un'altra polemica, ma voglio buttarla lì: ho spesso osservato che se in Italia vai al ristorante e bevi una bottiglia di vino locale, la paghi pochi euro. Da noi bere il vino ticinese in un ristorante è un lusso…, per molti i prezzi sono inavvicinabili…”.

Non transige comunque sugli apprendisti (“li formiamo noi. Evitiamo di assumere, soprattutto nei posti statali, i frontalieri. Se parliamo di questo, di cose strane che succedono, è infinitamente lunga. Se i posti di lavoro vengono assegnati ai frontalieri, mi chiedo perché un giovane debba decidere di imparare una determinata professione, se poi, al termine della formazioni, a lui sarà preferito un frontaliere… Pubblichiamo la lista di quanti dipendenti pubblici frontalieri ci sono in Ticino…. io sarei anche dell'avviso di pubblicare i nomi dei datori di lavoro che occupano frontalieri nelle professioni in cui ci sono disoccupati ticinesi. Così i Ticinesi sapranno dove andare a chiedere servizi: studi legali, di architettura, ecc.”), ma sicuramente le idee lontane dalla mentalità leghista (d’accordo che De Dea aveva lasciato il movimento e c’era stato anche qualche contrasto) devono far riflettere.
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