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Cronaca
14.08.2018 - 12:210

"Le fisarmoniche sono state sostituite dalla techno". Rotonda in crisi d'identità?

È quello che sostengono un ristoratore e l'ex organizzatore Tonini. "È troppo glamour, è un luogo freddo, dove si respira aria da puro businnes"

LOCARNO - “Dall’enorme entusiasmo iniziale siamo passati alla frustrazione e fino alla rinuncia. All’inizio, grazie all’organizzatore Marcello e ai suoi collaboratori sulla Rotonda aleggiava uno spirito giovane, goliardico, gioioso, festaiolo. I partecipanti avevano un certo margine di manovra che permetteva loro di allestire e condurre la propria tendina secondo criteri e necessità proprie. Sotto il tendone centrale si esibivano le nostre filarmoniche e anche qualche artista «di fuori». E il pubblico rispondeva presente e si divertiva, e persino i conti tornavano. Poi ci ha messo mano il Comune con un osceno tiramolla con gli organizzatori. Nuovi attori hanno preso il sopravvento: affitti raddoppiati, regolamenti asfissianti eccetera. In nome della «cultura» le filarmoniche sono state sostituite dalla musica techno sparata ad altissimo volume. Sfiduciati abbiamo visto la nostra clientela e anche gli introiti evaporarsi, senza dimenticare quelli del fisco che s’immaginavano lauti guadagni”. Un ristoratore scrive così, nelle lettere al Corriere del Ticino. 

La Rotonda è un tema caldo in questi giorni di post Festival. Da tre anni, è il Festival stesso a gestirla, con grandi propositi iniziali, che non sono stati supportati dai numeri. E Marcello Tonini, che per anni ha fatto parte dell’organizzazione (colui che viene citato anche nella lettera, ndr), ha bene in chiaro cosa non va. 

Sempre al Corriere del Ticino, dichiara: “la Rotonda è diventata troppo glamour. È un luogo freddo, dove si respira aria da puro business, sta perdendo l’identità popolare che era alla base del suo successo. Un successo non economico, intendiamoci, perché solo io so quanti soldi ci abbiamo rimesso in una dozzina d’anni di gestione, bensì di apprezzamento e fedeltà da parte di chi la frequentava. Che erano soprattutto locarnesi e ticinesi che si ritrovavano tra le bancarelle per passare una bella serata insieme. Ed anche il pubblico del festival si “immergeva’’ volentieri in quella che era più una sagra paesana che un luogo dove monetizzare a tutti i costi la concentrazione di tante persone”.

Il problema parrebbe essere quello: il profitto più che quella che era una festa popolare. Tonini spiega che ai tempi la Rotonda non era un’appendice del Festival, ci andava anche gente che non era interessata ai film veri e propri, alle stelle che sfilavano in Piazza Grande. C’erano spazi per i genitori e per i bambini, per la musica locale e per i giovani. Ora, a suo avviso, il red carpet di è spostato anche alla Rotonda, che non è dunque più un’alternativa.

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