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23.08.2018 - 09:000

"Ciascuno sa che avrebbe potuto trovarsi su quel ponte". I City Angels in azione per Genova

Giuseppe Modica ci parla della raccolta, unitamente alle sezioni di Lecco, Albenga e Savona. "Abbiamo pensato ai 300 bambini sfollati e anche ai volontari"

GENOVA – C’è anche un contributo ticinese nel materiale ludico e scolastico che è stato consegnato l’altro giorno e che verrà portato domani a Genova. I City Angels di Lugano hanno infatti collaborato con le sezioni di Lecco, Albenga e Savona per aiutare gli sfollati dopo il crollo del Ponte Morandi.

Ne abbiamo parlato con Giuseppe Modica. “Noi non abbiamo fatto una grandissima raccolta, sarebbe stato complicato con la dogana. Sono arrivate delle donazioni da parte dei privati, con matite, penne, astucci, quaderni, oltre a un contributo dell’Ospedale del Giocattolo e di una cartoleria di Lugano”, ci spiega. “Oggi verranno a ritirare il materiale che partirà venerdì mattina, col coordinatore di Lecco, unito a quanto hanno raccolto loro”.

Una consegna è stata fatta nei giorni scorsi, com’è andata?
“È stato stimato che i bambini rimasti senza casa sono circa 300. Sono stati fatti due tipi di raccolta, una riguardante la parte ludica e il materiale scolastico, mentre d’altra parte sono state raccolte macchine per il caffè e capsule per i volontari, dalla protezione civile ad altri. Di noi non si è recato nessuno sul posto, questioni lavorative ce lo ha reso difficile. Ci hanno raccontato? Sì, la situazione è esasperata. Mi hanno detto che rispetto a ciò che si attendevano hanno visto una Genova tranquilla, di solito è abbastanza trafficata e movimentata invece non lo era. Poi c’è stata la gratitudine verso i volontari. Essi sono stremati, sono parecchi giorni che lavorano senza sosta”.

La raccolta ha ottenuto i risultati che vi attendevate?
“Sì, soprattutto per il fatto che ci siamo uniti alle sezioni di Savona, Lecco e Albenga e abbiamo cercato di dare un piccolo contributo”.

Il Ticino come ha vissuto questa tragedia?
“Le persone con cui ho sentito si sono mostrate coscienti che su quel ponte si sarebbe potuto trovare ciascuno di noi. Ciascuno ha immaginato, penso, di trovarsi in una situazione del genere o ha messo in conto che era possibile. Non è un luogo non frequentato, ognuno di noi almeno nella vita è passato da quell’autostrada, è quello che ha toccato”.

State cercando nuovi volontari, ne approfittiamo per parlarne?
“Il nostro è un volontariato particolare, non solo legato alla solidarietà ma anche alla sensazione di voler dare una sensazione di sicurezza. Il candidato ideale deve essere una persona altruista, aperta verso il prossimo a prescindere dalle origini, dal colore della pelle, dall’etnia, dalla religione, dato che dobbiamo aiutare chiunque incontriamo, non possiamo voltarci dall’altra parte. Abbiamo una divisa che serve come deterrente per i volontari, ma siamo cittadini. Lugano è una città sicura rispetto a tante altre, ogni tanto succede qualcosa, può succedere di soccorrere chi è in difficoltà, di chiamare un’ambulanza o la Polizia. Trasmettiamo una sensazione di sicurezza, e chi ci ha donato il materiale ce lo fa notare, si sente più sicuro grazie a noi”.

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