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Cronaca
07.09.2018 - 16:080

La catena per la Filanda. "Sarà un luogo dinamico, un'aggregazione intelligente e per tutti"

Samuele Cavadini racconta l'evento del trasporto dei libri. "È stato spontaneo e storico. Mendrisio ha bisogno di luoghi di ritrovo nel quotidiano, senza aspettare l'evento. Sono fiducioso"

MENDRISIO – Persone che si sono trovate tutte assieme all’ora stabilita, tra allegria e voglia di contribuire a un momento storico, nelle strade di Mendrisio. Obiettivo? Portare, con una catena umana, i libri dalla Biblioteca del Liceo sino alla Filanda.

Fra di loro, un emozionato sindaco Samuele Cavadini, che racconta cosa ha provato e che cosa dovrà essere il nuovo centro per i momò.

Com’è stato vedere tutta quella gente che portava libri?
“Veramente emozionante, perché si è vista la Città con le sue frammentazioni, dai bambini ai teenager, dagli adulti agli anziani a chi veniva dalla Regione, tutti per un gesto simbolico come portare un libro e magari sfogliarlo, chiacchierando col vicino sul titolo e sul contenuto. È stato bello, è lo spirito della Filanda, che vuole creare questo tipo di coinvolgimento”.

Si è chiacchierato, di che cosa? Di libri, di Mendrisio, di condivisione?
“Il primo libro si intitolava ‘I diletti figli di Mendrisio’, già lì sono iniziati i commenti! Arrivava dal libro sugli insetti e le api alla Lolly Planet sul Brasile fino a testi di Filosofia e prerfino romanzetti, ogni volta che si passava un libro era una storia nuova. Si parlava simpaticamente, in allegria, anche di che cosa rappresenterà la Filanda”.

Ecco, ci ha fornito un assist: cosa si aspetta la popolazione di Mendrisio da questa struttura?
“Un luogo accogliente, dove poter andare per leggere ma non solo, per poter trascorrere momenti con altre persone, facendo un’attività, proponendone una, imparando qualcosa di nuovo, contribuendo a trasmettere la propria conoscenza. Ieri secondo me si è creato uno spirito comunitario legato a quello che sarà la Filanda, un luogo di tutti, con una cultura aperta e non élitaria, dal bimbo piccolo sino all’anziano”.

Sarà secondo lei qualcosa che durerà o tutto si fermerà all’evento di ieri? È ottimista?
“Sono assolutamente fiducioso, secondo me ieri abbiamo capito che la strada è quella giusta, anche se ce lo dirà il tempo. La presenza non era a caso, era un evento semplice e spontaneo, non qualcosa che richiedeva una particolare presentazione. Era un gesto quasi quotidiano, c’erano addirittura persone sedute al bar o nei negozi che si sono unite, che hanno parcheggiato la bici e sono venuti con noi, tutti consapevoli che era un momento storico, il trasloco verso la Filanda. Qualcosa del genere, a Mendrisio, non si era mai fatto”.

Può essere un sintomo che Mendrisio ha bisogno di aggregazione?
“Certo. Non che manchi, eventi ce ne sono, ma ci vuole aggregazione nel quotidiano, un posto dove puoi andare per un caffè, a portare un libro, a girovagare per gli spazi. È interessante, lì sai che ci sarà sempre qualcuno, non devi aspettare l’evento che dura una giornata o un fine settimana per vederti. I luoghi di incontro sono anche ovviamente bar e negozi, quello è un luogo di aggregazione culturale, intelligente e sarà uno spazio pubblico forte. Parliamo di un edificio interessante e di una biblioteca che non è lo spazio di silenzio e lettura a cui siamo abituati, la presenza del libro apre nuove pagine”.

La biblioteca sarà gestita da volontari?
“No, da professionisti, con le regole della Biblioteca Cantonale, con l’importante apporto dei volontari, i Filanderi”.

Ci spiega chi sono?
“Sono al momento circa 70, sono persone che faranno del volontariato, che non sarà quello classico. Parteciperanno al progetto, ognuno ha una competenza e oltre a essere lì per l’accoglienza, spiegare dove dover andare eccetera, se vogliono possono proporre un’attività e aiutare a gestirla: dalla lettura di poesie a giochi di società, dal lavoro a maglia. Attività che magari nascono, finiscono, rinascono, poi ne arrivano di nuove. L’idea è di avere qualcosa di creativo e sempre attivo. La Filanda deve essere il luogo che ti permette di dire che se si ha una mezz’oretta libera si può andare a fare un giro, a bere un caffè. Deve diventare il luogo della quotidianità”.

Come avete trovato i Filanderi?
“L’idea è nata dalla capo progetto, la signora Pierret, col passaparola il gruppo iniziale si è allargato e siamo rimasti sorpresi nel vedere quanta gente si è annunciata, non solo di Mendrisio. Il luogo è aperto, qualcuno potrà lasciare e potranno arrivare nuove persone. Ci sarà chi sarà presente tutta la settimana, chi poche ore: sarà qualcosa di libero e spontaneo, con gente che ha voglia di dare una mano. C’è gente di tutte le età, anche se evidentemente chi è pensionato o non è occupato a tempo pieno ha più disponibilità. Ci sono anche ragazzi, che saranno lì quando non sono a scuola, nel tempo libero. È tutto dinamico”.

Rivivi la catena umana col video di Alberto Meroni

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