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Cronaca
19.10.2018 - 15:000
Aggiornamento: 26.10.2018 - 22:23

"Mi rimarrà in mente lo sguardo basso e triste del padre". Un dramma nascosto nelle mura di casa

Un 32enne, sotto influssi di alcool e con problemi di aggressività, picchiava i genitori, che non osavano denunciarlo. Una triste vicenda che ha colpito il giudice Villa

CHIASSO – L’alcool che gli faceva scherzi terribili, portandolo ad arrivare dove non si pensa neppure di poter giungere, ovvero alla violenza contro i propri genitori. Il 32enne a processo ieri rimproverava alla madre, con problemi depressivi e in cura psichica, di non badare alla casa. Si discuteva per i pochi soldi, per il fatto che il giovane non lavorasse e soprattutto consumasse alcool.

E per sette anni sono state botte. Diverse le corse in ospedale dei genitori, da frattura basicervicale del femore destro a fratture multiple arto superiore sinistro su trauma da pestaggio, da frattura radio sinistro a frattura pluriframmentaria al polso destro,sino a ematoma periortabile a sinistra ed ematoma al ginocchio destro, anche escoriazioni multiple e trauma contusivi multipli e multiple ecchimosi di età diverse su coscia sinistra, spalla destra, zona lombare sinistra, gluteo destro. 

Un calvario a cui non è mai seguita la denuncia, perché non se la sentivano di voltargli le spalle: così a caldo segnalavano l’accaduto e poi si rimangiavano tutto.

Nessuno sapeva realmente cosa succedeva, gli amici pensavano a banali litigi di famiglia. Non era noto che volassero calci, pugni e non solo.

Finchè non è partita da parte della procura un’inchiesta penale e le accuse che ne scaturiscono sono di coazione e lesioni semplici. Il 32enne finisce in carcere, lì pare faccia qualche passo avanti. 

Ovvero lavora, inizia a prendere degli stabilizzatori dell’umore, ha addirittura una compagna che gli sta vicino e lo va a trovare. Adesso dovrà seguire una cura per vincere i suoi problemi con alcool e rabbia, forse in un centro specializzato. Lui vorrebbe lavorare.

Il giudice Marco Villa è rimasto colpito dal caso. “Non so quanti processi ho affrontato negli anni, ma questo mi rimarrà in mente per lo sguardo basso e triste di suo padre . Se ne ricordi anche lei e ci ripensi di tanto in tanto”. Il padre ha seguito il dibattimento, col figlio sta riprendendo i contatti, mentre pare che con la madre, che già non sta bene, malessere che il giovane minimizzava, ci vorrà tempo.
Pare comunque che il 32enne abbia voglia di ripartire, senza dimenticare “Nella vita si sbaglia ma si può ricominciare”, l’ha esortato il giudice. Una storia terribile, con la luce in fondo al tunnel.

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