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24.10.2018 - 12:320

Brissago, manovre per riportare alla luce la mummia. Ma ci vuole tempo

Qualche mese fa parlammo del corpo di una principessa tolemaica che da tantissimo tempo è relegata nel Palazzo Comunale. Cosa si è mosso, nel frattempo?

BRISSAGO – Ricordate la mummia che nessuno ha mai visto, in Ticino? L’unica esistente nel nostro Cantone, mentre nel resto della Svizzera ve ne sono altre sei? Si trova a Brissago, al palazzo Comunale, avvolta in un sudario di bende giace abbandonato all’ultimo piano del palazzo, tra antiche armi (alabarde, lance e spadoni), libri impolverati e vario ciarpame.

Ne parlammo qualche mese fa, assieme a liberatv.ch. Secondo la studiosa Lada Carazzetti, laureata in egittologia a Ginevra, quella mummia proviene dalla zona di Akmim. Attorno al 1887 in quella regione vennero fatte importanti scoperte archeologiche e la mummia fu portata al Cairo dal brissaghese Cesare Zanoli, che in quel periodo soggiornò in Egitto. Poi la portò a casa. Persino il Museo del Louvre era interessato, però una nota comunale datata gennaio 1997 spiega che “con diversi oggetti appartenenti alla collezione privata della famiglia Zanoi, la Mummia ha costituito uno dei punti forti del Museo alloggiato nel Palazzo municipale”.

Ma, appunto, nessuno l’ha mai vista. La vicesindaco Eugenia Dell’Ora, titolare del Dicastero cultura e turismo, da noi interpellata, disse che c’era, dopo gli articoli (potere della stampa!), la volontà di esporla. Infatti, la mummia sarebbe di Ta Sherit En Jmen, principessa vissuta a Tebe nel periodo Tolemaico, dunque dopo il 300 avanti Cristo e il suo valore storico e artistico è altissimo. Ci spiegò che una delle ipotesi era casa Branca Baccalà, ma che i tempi sarebbero stati lunghi e che bisognava chiedere un parere ai Beni Culturali su come trattarla.

Adesso, dopo mesi, La Regione è tornata a sentire Dell’Ora: cosa sta succedendo? La mummia, intanto, è sempre lì, sepolta dove nessuno la vede. Qualche passo è stato compiuto. “Qualche settimana fa abbiamo deciso di interpellare l’Ufficio dei beni culturali, per sapere quali accorgimenti adottare per trasferire la mummia, senza che subisca danni, e per sapere come esporla per darle il giusto risalto”, spiega. Si pensa ancora a casa Branca Baccalà, in ogni caso il reperto è del Comune di Brissago che desidera valorizzarlo, senza farselo sfuggire.

Anche i Beni Culturali però hanno qualche dubbio su come trattarla. “Lintenzione del municipio di dare alla mummia una degna collocazione è più che lodevole e del tutto condivisibile. Non va peraltro dimenticato che, in ultima analisi, stiamo parlando di un defunto. Questo aspetto antropologico è importante: non si tratta di un oggetto qualsiasi, bensì di un reperto che merita assoluto rispetto”, ha detto infatti Simonetta Biaggio-Simona, capo dell’Ufficio dei beni culturali, spiegando di aver fornito all’Esecutivo una serie di indirizzi a cui rivolgersi per una consulenza su cosa fare e come comportarsi.

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