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Cronaca
27.11.2018 - 09:000

"Campagna negativa, le immagini sono più forti dei testi. I violenti possono cambiare!"

Con Kathya Bonatti abbiamo commentato i manifesti di Plein e parlato del tema violenza in generale. "Certi argomenti non lasciano spazio a satira o scherzo. Se è stato fatto per solo marketing, scopo ottenuto"

BELLINZONA – La campagna di Philipp Plein, con donne stuprate e uccise, può rientrare, come certi film, nelle cause dei futuri femminicidi? È eccessivo temerlo? Lo abbiamo chiesto alla Life Coach e consulente in sessuologia Kathya Bonatti, con cui abbiamo anche parlato della violenza in genere.

Cosa pensa della campagna?
“È negativa per quello che riguarda la campagna contro la violenza sulle donne. Le immagini sono molto più forti dei testi scritti e colpiscono di più. E quello che si vede è un uomo che sta per sgozzare con una mannaia una donna, del sangue… Lo vedo fuori luogo, in Italia viene uccisa una donna ogni 72 ore, in Svizzera le statistiche sono un po’ migliori ma la violenza domestica è una delle prima cause di mortalità e di invalidità dunque è un tema che va affrontato in modo serio e che non lascia spazio a satira e a scherzi. Bisogna correre ai ripari per difendere uomini, donne e figli che assistono a violenze. Inadeguata, direi”.

Il fatto che sia stata fatta a pochissimi giorni dalla giornata mondiale contro la violenza sulle donne è un aggravante?
“A maggior ragione è indelicato. Bisognerebbe chiedere a lui perché l’ha fatto. Penso sia perché il Black Friday era in quel momento per cui immagino non ci sia una correlazione con la giornata sulla violenza. È sempre e comunque sbagliato, in qualsiasi momento dell’anno. In quei giorni è ancora più indelicato, dato che tutto il mondo si mobilita con manifestazioni e conferenze per ribadire alla collettività il no alla violenza sulle donne. Era un poster che andava nella direzione opposta”.

Immagini simili possono ispirare femminicidi? Ovviamente, se si hanno già dei problemi alla base...
“Come qualsiasi altra cosa, dai film ai giornali, o immagini di violenza. In una persona sana non creano nulla, per una instabile tutto può essere uno stimolo. Infatti chiedo sempre, quando ci sono campagne sulle violenza sulle donne, di non usare scenari che possano ispirare appunto violenza. A cosa mi riferisco? A un uomo con la mannaia, come qui, per esempio”.

Quando in tv si parla di femminicidi e casi di cronaca, è positivo? Bisogna informare ma c’è sempre il famoso effetto Werther…
“Quando si eccede nei particolari che non cambiano nulla alla comprensione della dinamica essi diventano fini a sé stessi e possono dare consigli. È importante parlarne, però oltre che dell’evento bisogna citare le cause scatenanti e come rimediare, in modo che si possa comprendere che è sbagliato, invece immagini tout court possono ispirare violenza”.

Parliamo delle origini allora. Da dove deriva la violenza, sulle donne e in genere?
“Sempre dalle famiglie. Le persone autori della violenza non sanno reggere i no, non accettano che la propria donna dica no, sono persone che non sono state amate e non accettano i rifiuti, vedono l’altro come ‘o sei mia o non sei di nessuno’. I casi di persone non sono in grado di gestire i propri impulsi di violenza hanno sempre origini familiari, tranne quando ci sono disturbi psichici gravi”.

Citava anche rimedi. Un uomo, o una donna, violento, può cambiare?
“Mi fa piacere che sottolinea anche donne, perché anche le relazioni omosessuali non sono esenti da violenza. Per tornare alla domanda, se le persone capiscono l’origine del proprio disagio e da cosa viene causato, se riesce a empatizzare col dolore che creano, con l’aiuto di professionisti o in centri specializzati, è possibile. Molto fa l’educazione della famiglia di origine, lì le madri devono insegnare il rispetto, così come la scuola. Tutti i centri importanti di formazione devono essere portatori di certi valori, perché sennò si arriva al bullismo e poi alla violenza domestica, le basi sono sempre quelle, e la condanna contro la violenza deve essere univoca. Ma se non si parla di dove si origina e di come se ne esce la persona violenta potrebbe essere portata a pensare che è così e non possa fare niente per cambiare: non è così”.

Questa campagna non è stata probabilmente realizzata solo da Plein. Cosa pensa di chi architetta una campagna del genere? Ci sono problematiche o è solo puro marketing?
“Se è stato fatto per marketing è stato ottenuto quel che si voleva, cioè l’attenzione sul marchio. Di sicuro chi l’ha creata non ha avuto rispetto delle donne. Suppongo sia stato un team”.

Innegabilmente Plein ha fatto parlare ancora di violenza, lascerà magari un ulteriore spunto?
“Comunque negativo, per non ripetere qualcosa del genere. Un argomento del genere non può essere satirizzato o ridicolizzato: lo si può fare con tutto ma non con suicidi, violenza su donne, uccisioni di animali, pedofilia, ecc”.

Le donne che hanno acquistato da Plein sono aumentate del 50% nel Black Friday…
“Probabilmente sono persone con poca sensibilità, a cui interessava il risparmio”.

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