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Cronaca
16.01.2019 - 14:450

"Che senso avrebbe mettere in piedi un circo processuale a 41 anni dai fatti?". E Baragiola non può essere processato in Ticino

Ripercorrendo una nota del Ministero Pubblico, si evince che un processo non sarebbe possibile, avendo emesso l'Italia una sentenza per il caso Moro. Il penalista: "anche la vicenda Battisti è un successo relativo, 30 anni dopo i fatti"

BELLINZONA – Estradare un terrorista come Baragiola, 41 anni dopo i fatti di cui è accusato (aver partecipato alla strage che portò alla morte di Aldo Moro). È l’opinione del noto penalista Renzo Galfetti, espressa a liberatv.ch.

Tra l’altro, sempre il portale ricorda come, quando Baragiola fu condannato all’ergastolo in Italia, una nota del Ministero pubblico spiegò che “dal profilo giuridico, avendo l'autorità italiana optato per l'istruzione di un proprio procedimento autonomo, con relativo giudizio definitivo, non può più chiedere l'esecuzione di un processo parallelo, ma semmai il riconoscimento del proprio giudizio". Ovvero, un processo per quel caso, in Ticino, non potrebbe aver luogo. E dato che l’uomo ha scontato 11 anni, nonostante la condanna a 17, per l’omicidio del giudice Tartaglione, “in ogni caso un'eventuale pena dovrebbe tener conto di quanto già espiato dall'accusato in seguito alla precedente condanna svizzera".

“L’estradizione non è ammessa a meno che il cittadino svizzero accusato dalla giustizia di un paese terzo accetti di essere giudicato da un tribunale del medesimo paese. Per contro, la Svizzera può assumere il procedimento penale avviato in un paese terzo nei confronti di un proprio cittadino”, spiega Galfetti.

Secondo cui “lo scopo della pena è la rieducazione e il reinserimento, e mi risulta che Baragiola abbia scontato la pena e che sia stato rieducato e reinserito. Nessuna simpatia per il personaggio, ci mancherebbe, ma anche se fosse possibile, che senso avrebbe mettere in piedi un circo processuale oggi, a 41 anni dai fatti? Lo scopo della giustizia penale è già stato raggiunto”.

Non gli è piaciuto come è stato gestito il caso Battisti, “mi ha irritato per l’utilizzo di questa estradizione come una sorta di trofeo di guerra. Con i politici che sono andati all’aeroporto a dire che dovrà marcire in galera… Ma non esiste… Certo, l’estradizione di Battisti è chiaramente un successo della polizia, e magari anche della politica e della diplomazia italiana, anche se relativo, perché avviene 30 anni dopo i fatti".

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