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Cronaca
15.02.2019 - 14:210
Aggiornamento: 15:56

Se il mal di lunedì non è sopportabile. "A volte ci si consuma di tristezza per non darsi un'altra opportunità"

Sul tema del lavoro che può far star male ha detto la sua qualche giorno fa Natalia Ferrara. "Temere il lunedì significa temere il mondo, mentre il mondo è da godere"

BELLINZONA – L’articolo che abbiamo ripreso stamattina, scritto da Fabrizio Sirica, parlava di quanto il lavoro può far ammalare: precariato, povertà, pressioni, paura di perdere il posto, stress, mobbing, sono tutti fattori che non possono che nuocere alla salute, soprattutto psicologica.

Casualmente, domenica scorsa, la deputata liberale Natalia Ferrara, comunque a contatto con molti lavoratori per il suo ruolo nell’ASIB, aveva parlato dello stesso tema. O meglio, se il lavoro è un peso insopportabile, per usare una sua metafora, “il mal di lunedì” è troppo forte.

Riportiamo le sue parole, che ci trovano d’accordo:
“Nel mio lavoro incontro tantissime persone che lamentano “il mal da lunedì”. Quell’inquietudine, quel sentore di nausea, quel sentimento strisciante di stanchezza ancora prima di iniziare la settimana.

Si fa così fatica a trovare (un buon) lavoro che rifletto sempre a lungo prima di consigliare a qualcuno di lasciare il proprio. Credo però che se questo formicolio al petto si presenta spesso, fino a contraddistinguere ogni domenica sera, allora non resta che cambiare lunedì. Alzarsi bisogna, ma con il piede giusto è tutta un’altra cosa. A volte le persone si consumano di tristezza e di avvilimento senza darsi un’altra opportunità.

Temere il lunedì significa temere il mondo, mentre il mondo è da godere. Proviamoci, cercando di non metterci nei guai da soli e coltivando ogni volta che è possibile lo stare con gli altri. Da soli i pesi del lunedì schiacciano, insieme agli altri, si superano”.

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