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18.02.2019 - 17:120
Aggiornamento: 19:27

"Certo che anche Farinelli e Dadò...". "Beltraminelli uomo di Stato più che di partito". "Andatevene tutti"

I capogruppo hanno commentato il rapporto della CPI. Galusero ha detto che non si faranno sconti ai funzionari liberali, Pinoja si è detto "scioccato", Zali ha difeso la presa di posizione di qualche mese fa

BELLINZONA – Galusero parla di omertà, Caverzasio attacca Farinelli e Dadò, Agustoni difende il suo Consigliere di Stato, Durisch tocca il tema del Controllo delle Finanze, Pronzini chiede addirittura le dimissioni di tutti i Ministri.

Sono parole dure quelle che volano negli interventi dei capogruppo dopo il rapporto della CPI sul caso Argo, illustrato da Michele Foletti.

Il liberale Giorgio Galusero ha appunto insistito sul concetto di omertà e ha sottolineato come il PLR non intende fare sconti ai funzionari coinvolti, nonostante portino i loro colori.

Il collega leghista Daniele Caverzasio ha ricordato l’episodio della cena a Bormio in cui era coinvolta Carmela Fiorini, impiegata dell’amministrazione, e compagna del presidente pipidino Dadò, il quale non aveva informato Beltraminelli, e ha puntato il dito anche contro Alex Farinelli, reo di non aver inviato immediatamente la famosa email di ritrattazione di Scheurer.

Per quanto concerne l’intervento del pipidino Maurizio Agustoni, la parte più attesa era quella relativa a Beltraminelli. “Gli sono stati mossi, in questi mesi, i rimproveri più severi, anche sulla base di considerazioni prettamente elettorali. Era così ingiustificata la sua fiducia nei collaboratori? Chi aveva la responsabilità operativa non era un passante che passava per caso ma un funzionario dirigente con tanti anni di esperienza. Il politico deve potersi fidare, lui deve tracciare gli obiettivi, essendo un sistema di milizia, mentre è funzionario a dover operare. Il capo deve rispondere, è vero, ma è evidentemente impossibile che possa immaginare problematiche procedurali quando sembra che tutto vada bene, è una pretesa irrealistica. Poteva reagire con indignazione, se avesse pensato al suo tornaconto, prendendosela con tutti: invece si è fatto carico delle magagne altrui, comportandosi più da uomo di Stato che di partito”, ha aggiunto.

Il socialista Ivo Durisch ha sottolineato come sia il Controllo Cantonale delle Finanze che l’USSI avessero una carenza di personale, con troppi dossier per troppe poche persone. Dopo lo scoppio della bomba avrebbe auspicato una presa di posizione più decisa del Governo, e si chiede perché la CCF abbia segnalato le carenze ma il DSS e il DFE non abbiano fatto nulla. 

La capogruppo verde Michela Declò Petralli ha accusato anche i media, che a suo dire non hanno letto con attenzione il rapporto. “Emergenza? Essa non dura quattro anni, non eravamo in guerra. E c’era Rainbow pronta a assumere la sorveglianza a Lumino”. E se l’è presa con Beltraminelli, “i suoi funzionari hanno agito come se sopra di loro non ci fosse nessuno, lei li ha difesi, si è assunto un rischio assumendo una ditta che nemmeno esisteva, senza concorso, senza risoluzione governativa. E dell’incontro di Dadò con Bernasconi l’ha saputo dal PG…”. Ha detto che si può sbagliare ma l’errore va ammesso, mentre ha notato uno “spirito di corpo che lascia dubbiosi”.

Gabriele Pinoja de La Destra si è definito scioccato. “Errori dovuti a superficialità, per opportunità, anche voluti ma anche per impreparazione e mancanza di direttive e formazione. Le responsabilità politiche sono del DSS ed anche di tutto il Governo. I controlli sono stati troppo approssimativi, non si è in realtà risparmiato nulla. Non vi è niente di penale? Non ne sono sicuro”. E infine si è detto pronto a perdonare, ma che un’altra leggerezza simile sarebbe imperdonabile. 

Bombastico come sempre Matteo Pronzini. “E il il giovane incatenato alla doccia? Quando ci direte cosa è successo? Caverzasio ha detto che ha sbagliato Farrinelli, lo ha fatto come in questo giorni Sanvido: tutti voi e i vostri partiti, chi più chi meno, fate lo stesso. Ci sono cinque persone dovrebbero avere il coraggio di prendere i loro stracci e andare a casa. Il Ticino merita più di voi”, rivolto ai Ministri.

Pacato l’intervento di Claudio Zali per il Governo. “Ringraziamo la CPI e confermiamo quanto detto alla Commissione in febbraio. È avvenuto l’accertamento di gravi irregolarità amministrative sul caso Argo 1, in particolare l’omissione di concorso e la mancanza di una risoluzione governativa. Il Consiglio di Stato condivide il fatto che le maggiore responsabilità siano da attribuire a Blotti e Scheurer”. Sottolinea che nessuno ha mai pensato di sostituirsi a Beltraminelli alla guida del DASF o dell’USSI, che non è mai venuta meno la fiducia in lui da parte sua e dei colleghi e che saranno Parlamento e cittadini a dare un giudizio politico. “Il Consiglio di Stato ha un equilibrio delicato fra la gestione dipartimentale, con un carico elevato, e quella collegiale, per temi e interventi comnuni”. E ha sottolineato come siano stati apportati dei correttivi per non avere mai più casi simili.
Dunque, sipario definitivo su Argo?

 

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