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Cronaca
22.12.2019 - 12:420

Un omicidio in due minuti. Uno degli accusati aveva già incendiato la sua casa in via Odescalchi

I protagonisti del delitto di Viganello hanno alle spalle storie di disagio: il 43enne appunto non era voluto tornare in clinica psichiatrica, il 34enne austriaco era noto per aver alzato le mani

VIGANELLO – Un omicidio compiuto in un paio di minuti: secondo il Caffè, questo direbbero le telecamere di sorveglianza della pensione La Santa di Viganello. È il tempo trascorso tra il momento in cui i tre, la vittima 35enne e i due uomini in carcere per la sua morte, sono rimasti nella stanza del 34enne austriaco.

I tre stavano discutendo sulle scale, o meglio lo stavano facendo la vittima e il 43enne italiano in carcere, mentre l’altro cercava di calmarli. Ma poi è stato lui a invitare il 35enne a entrare nella sua stanza, a questo punto con la porta chiusa non si capisce cosa accade. Tempo un paio di minuti, ed ecco l’austriaco portare il corpo senza vita nella stanza dove dormiva e distenderlo sul letto, poi torna nella sua camera e si cambia i pantaloni macchiati di sangue (con la porta aperta), mentre l’altro cerca di lavare il pavimento macchiato di sangue. Chi abbia sferrato i colpi decisivi non si vede.

Il settimanale ricostruisce anche la vita delle persone coinvolte, in particolare il 43enne italiano era stato accusato di aver incendiato la sua casa in via Odescalchi a Chiasso, una via che per molto tempo è stata sinonimo di droga. Da lì è senza abitazione, piazzato in alberghi dai servizi sociali. Non è voluto tornare in clinica psichiatrica, dove era stato a lungo. L’austriaco invece sarebbe noto per aver già alzato le mani.

Storie di disagio, insomma. Della vittima si sa che aveva problemi di alcool.

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