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Economia
08.05.2017 - 14:300
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

"Nel 2017 vi saranno altri licenziamenti". Natalia Ferrara esorta il sistema bancario, "riorientiamoci sul mercato per non fermarci del tutto"

"Le banche medio-piccole non hanno risorse necessarie per essere competitive", analizza. "Gli over 50? Assunti negli anni d'oro, faticano a mantenere il posto o a trovarne un altro"

BELLINZONA – Un anno intenso, caratterizzato principalmente dal caso BSI, ma non solo. Il sistema bancario ticinese sta soffrendo, e i licenziamenti sono stati parecchi. 350-400 sono gli esuberi della fusione BSI-EFG, anche Credit Suisse ha diminuito il personale, Société Générale ha lasciato il Ticino con conseguenti 29 licenziamenti e con Julius Bär e Kredietbank (Suisse) si stanno negoziando dei piani sociali per una ventina di persone, mentre Deutsche Bank, che ha chiuso la sede di Lugano senza adottare un piano sociale.

Natalia Ferrara è stata nominata nel segretariato dell'Associazione svizzera degli impiegati di banca (ASIB) proprio nel periodo in cui scoppiava la tempesta legata alla BSI, e qualche giorno fa ha stilato un bilancio del suo primo anno. Ma cosa dobbiamo attenderci da un sistema che è sempre stato trainante in Ticino ed ora appare in declino? Esso è reversibile? Ne abbiamo parlato con lei, per andare oltre i numeri.

Delle cifre ha già parlato, in generale però qual è il clima che si respira all'interno del mondo bancario ticinese? C'è paura per il futuro, soprattutto fra gli over 50 che sono stati un po' sacrificati?
“Se semplifichiamo all’osso, possiamo vedere alle nostre spalle la facilità di reperire capitali, mentre nel presente - che oramai dura da anni - una forte crisi, e, ancora in divenire, le enormi difficoltà della digitalizzazione e delle ristrutturazioni. La piazza finanziaria ticinese è a metà guado, molti impiegati sono però sottacqua. Un’intera generazione assunta negli anni d’oro, oggi fatica a mantenere il posto di lavoro o, se licenziata, a trovarne un altro. Gli anni sono così passati in attesa del domani, senza affrontare di petto, e a sufficienza, necessità come la formazione continua. Per questo motivo le persone con più di 50 anni meritano un’attenzione particolare”.

Crede che la situazione di BSI-EFG sia stata determinante come causa delle altre situazioni critiche che avete descritto, oppure si tratta di casi distinti legati a fattori di crisi generali?
“BSI, oggi EFG, era ed è tuttora il primo datore di lavoro del settore in Ticino. La sua importanza per la piazza finanziaria è evidente, ma le difficoltà di altri istituti non sono direttamente collegate al suo destino. Le banche medio – piccole non hanno, in genere, risorse sufficienti per essere competitive. Da un lato margini sempre più scarsi, dall’altro regolamentazione in aumento. La tendenza è dunque quella di veder diminuire il numero di intermediari finanziari, in Ticino, negli ultimi anni, il numero di banche attive sulla piazza si è dimezzato”.

Ha citato alcuni licenziamenti avvenuti durante periodi di malattia, per quelli come vi state muovendo? Ci sono altri casi in cui la legge, o quanto meno l'etica, non sono state rispettate?
“Nel 2016 diverse centinaia di persone si sono rivolte ad ASIB. Ci siamo occupati di alcune ristrutturazioni, e, non meno importante, di molti casi individuali. Circa 50 sono le situazioni medio-gravi che abbiamo riscontrato, tra cui anche persone licenziate durante la malattia. Ciascun caso è stato da noi risolto entrando direttamente in trattativa con la banca, non siamo mai arrivati ad adire le vie legali e questo è importante per tutte le parti coinvolte”.

Per il futuro prossimo e a medio termine, cosa vi attendete? L'anno scorso è stato eccezionale oppure prevede che i licenziamenti continueranno?
“I grandi istituti stanno ristrutturando da anni, e anche nel corso del 2017 avranno luogo, purtroppo, numerosi licenziamenti. Inoltre, la situazione generale non permette di escludere altre chiusure di filiali di alcuni istituti in Ticino. È fondamentale riorientarsi sul mercato, valutare nuovi rami di attività, andare avanti, insomma, per non fermarsi del tutto”.

A livello personale, i primi mesi con ASIB cosa le hanno dato?
“Quando ho accettato il mandato da ASIB Svizzera di occuparmi del Ticino, nel marzo 2016, sapevo che andavo incontro a grandi difficoltà. Era però più che mai necessario un segretariato professionale a sud delle alpi, e, personalmente, quando c’è un impegno da assumere, non sono solita delegarlo ad altri. L’inizio dell’attività ha coinciso con la decisione FINMA a carico di BSI. Sono stati mesi molto duri, ma tenere una posizione corretta con il personale e allo stesso tempo di apertura e dialogo con l’acquirente EFG è stato pagante. Affronto ogni caso con la stessa serietà, uno o mille, di persone parliamo, spesso disorientate e scorate. A volte basta qualcuno che ascolti, altre servono competenze legali, sempre i soci ricevono l’assistenza di cui abbisognano (www.asib.ch/associarsi)”.


Paola Bernasconi



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