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Economia
08.03.2018 - 12:450
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Volete far aumentare il PIL mondiale di 5 miliardi di dollari? Mettete donne al comando! Lavorano 50 minuti al giorno in più degli uomini, prendono decisioni sotto stress e puntano sull'armonia

Nella festa della donna, diversi studi e esperti di coaching sottolineano le caratteristiche delle dirigenti rispetto ai colleghi. E viene spiegato che "le bambine non sentono alcuna diversità di genere, poi a una certa età abdicano la loro spontaneità per comportarsi da donne", o almeno come lo stereotipo chiede

WASHINGTON – Oggi si festeggiano le donne. Mimose, auguri, anche scherzosi, qualcuno profondo. E poi? Cosa resterà? Come spesso accade per feste ormai divenute commerciali, nulla. Ma i problemi delle donne, quelli non passano: da quelli lavorativi, dove faticano ad arrivare al vertice e sovente sono pagate meno, dove hanno problemi ad accedere ad alcuni tipi di professioni ritenute ancora maschili, fino al privato, con il femminicidio, le molestie.

Trattare tutto è difficile, rassicurano alcune cifre però che dicono che sempre più donne stanno arrivando ai vertici. Prendiamo gli USA: ci sono, per esempio, Mary Barra, CEO di General Motors, la donna più potente del mondo secondo Fortune, aIndraNooyi, AD di Pepsi, fino a MarillynHewson, CEO del colosso militare Lockheed Martin. In Svizzera, la crescita c’è ma ci sono ancora sproporzioni con gli uomini piuttosto marcate.

Perché scegliere una donna piuttosto che un uomo? Per i ricercatori, come riportato dalla rivista scientifica Science,citando un recente studio dell’Università di Edimburgo, il cervello delle donne è in grado di ottenere migliori performance a livello d’intelletto e di cognizione. Secondo degli esperti di coaching le ragioni sono da ricercare nelle caratteristiche peculiari.

Una di essi, Marina Osnaghi, si occupa di donne arrivate a livelli manageriali e spiega come le viene raccontata una mentalità ancora maschilista, in cui la donna però lotta per mantenere le sue caratteristiche prettamente femminili. “Oltre ad avere competenze tecniche eccezionali, ci sono la passione della loro missione e la capacità di non mettersi mai nel ruolo della vittima o del ‘sesso debole’. Non hanno bisogno di dimostrare nulla, vivono se stesse ed il loro ruolo con serena tranquillità, crescendo con forza e coraggio, disposte anche a soffrire se necessario, pur di sostenere i propri ideali e la propria visione. Vivono con tenacia verso i risultati, con determinazione etensione al miglioramento continuo. Si sentono ‘uguali e diverse’, nella loro unicità di essere, più che nella discussione dei sessi; hanno la capacità di donarsi incondizionatamente al proprio obiettivo ed alla cura del sistema. Vogliono lasciare il segno, esattamente quanto lo desidera un uomo. Una donna al governo di una azienda porta la bandiera della crescita e dello sviluppo degli esseri umani, caratteristica questa fortemente femminile, essendo più che mai la donna, predisposta a percorsi di potenziamento e crescita”, elenca.

“Le donne CEO, hanno una marcia in più: sono capaci di mantenere sia la propria femminilità ed identità personale, che assicurare risultati eccellenti ed una specifica cura per una serie di processi aziendali; caratteristiche che permettono di mantenere alto il livello di benessere dei collaboratori e nello stesso tempo portare avanti con forza il governo dell’aziende. Le qualità maschili sono da sempre identificate come ideali per il lavoro e la professione, mentre quelle femminili vengono, da alcuni, ancora relegate a professioni specifiche ed alla cura della famiglia”, prosegue Osnaghi.

Il che è in fondo uno stereotipo culturale, poiché “autorevoli studi confermano che le bambine non sentono alcuna diversità di genere, fino ad una certa età e poi abdicano la loro spontaneità per comportarsi da ‘donna’, che significa immediatamente l’esclusione di alcuni comportamenti ed il mancato accesso a caratteristiche e punti di forza, che sono solitamente esclusi da quelli tradizionalmente attribuiti all’idea di femminile; queste stesse bambine, crescendo, abdicano anche i loro sogni, di studio e di carriera, per portare avanti il lavoro di moglie e madre, che spesso sembra completamente incompatibile con una carriera di successo”.

Riuscire a conciliare i due lati, famiglia e lavoro, è possibile. Per fortuna, la società fa qualche passo avanti dando una mano alle donne che vogliono lavorare, rendendo non per forza necessaria una decisione, in modo che anche chi non è costretta a lavorare per questioni economiche ma desidera farlo per una sua realizzazione possa perseguire i suoi obiettivi senza per questo avere troppi problemi con la famiglia.

È stato spiegato come le donne puntano maggiormente sulla conciliabilità, per cui dove esse sono ai piani alti, l’armonia nel gruppo è migliore. E studi, da uno eseguito presso la Duke University sino ad uno dell’Università della South California, sottolineano come in situazioni di stress le donne sanno prendere decisioni migliori. L’Università di Radboudin Olanda aggiunge che è proprio in occasioni in cui lo stress domina le manager donne sanno tirar fuori le decisioni migliori.

Inoltre, ampiamente smentito anche il luogo comune secondo cui una donna, per conciliare lavoro e famiglia, lavori meno ore. Infatti, secondo il Global Gender Gap Report 2016redatto dal World Economic Forum le donne in giro per il mondo lavorano circa 39 giorni in più all’anno rispetto ai colleghi uomini, vale a dire circa 50 minuti in più al giorno! E l’Economic Forum ha voluto sottolineare che, se le donne fossero al centro del processo produttivo tanto quanto gli uomini, il PIL mondiale potrebbe crescere di ben 5,3 miliardi di dollari.
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