BELLINZONA – Sovente, quando si parla di frontalierato, il problema che si mette in evidenza è soprattutto quello legato agli stipendi.
Ovvero, un lavoratore italiano può permettersi di accettare un compenso più basso, per la stessa mansione, di un residente, per i costi della vita nella Penisola.
E i datori di lavoro a volte ci giocano. Lo evidenzia uno studio dal titolo “Panorama statistico del mercato del lavoro ticinese”, prendendo in esame i settori non regolamentati da un CCL.
Ma quanto è la differenza? Secondo lo studio in questione, si va dai 300 ai 1000 franchi al mese in meno rispetto al salario di un residente. Non poco! In pratica, la fascia più colpita è quella attorno ai 5'000 franchi: nei settori in cui il guadagno di un ticinese è all’incirca in questa soglia, quello di un italiano scende di 1'000 franchi.
In ogni caso, sovente parecchio in più di quanto per contro guadagnerebbe in Italia. Un circolo vizioso.