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31.05.2019 - 09:000

A cinque minuti a mezzanotte "non spegnete quelle antenne!"

La SSR nei prossimi giorni non avrà più il segnale che arriverà nella vicina Penisola. Il liberale Stoppa: "Non pensiamo solo alla spesa, ma al rapporto costi-benefici". Mattei: "I frontalieri sono preoccupati"

BELLINZONA – Ancora qualche giorno e la SSR spegnerà le 200 antenne che permettono agli utenti del Nord Italia di vedere i suoi canali. Una decisione che al di là del Confine non piace, soprattutto ai molti che apprezzano in particolare la RSI, ma ultimamente, e soprattutto durante l’assemblea CORSI di sabato, sono uscite voci che chiedono di ripensarci.

Ne ha parlato a lungo il liberale Roberto Stoppa, che avvisa come sia in gioco la diffusione della cultura ticinese. “La possibilità di entrare in contatto con i nostri vicini (che economicamente sono nazioni di grande interesse per le nostre attività economiche) è importante. Saper comunicare i nostri valori, la nostra organizzazione istituzionale, mostrare il nostro paesaggio con la qualità e la cura di cui dispone la nostra televisione pubblica, deve essere visto come uno dei tanti elementi/canali in grado di trasmettere la nostra “svizzeritudine”. Farci conoscere è importante. Oltre i confini, in particolare in Italia, visto che è una realtà che più conosciamo, sono in molti ad affermare ed elogiare la qualità dei programmi della nostra televisione pubblica”, spiega a Opinione Liberale.

La SSR parla di decisione finanziaria, per risparmiare 10 milioni annui, ma Stoppa chiede di fare una valutazione di costi-benefici. “Non si tratta di “sovvenzionare” o meglio ancora “regalare” qualche cosa ai nostri vicini: in gioco c’è la possibilità di trasmettere la nostra cultura, il nostro modo di organizzare le cose”.

Il tema preoccupa Germano Mattei, ex deputato di MontagnaViva, che riporta l’articolo di un sito italiano in cui si parla del disappunto di molti. “Da mesi mi sto occupando, con una certa preoccupazione, dello spegnimento in Svizzera del segnale terreste DVB-T. Ho sollevato il tema, assai in solitaria direi, in seno al CR CORSI, al Gruppo di lavoro Territorio CORSI, nel Corso dell’Assemblea dei Delegati SSR a Berna , con un messaggio diretto e puntualmente argomentato al Presidente SSR Jean D. Cina e al Direttore Generale SSR Giles Marchand e infine all’Assemblea generale CORSI sabato scorso”, spiega. 

“Non ho ricevuto risposte rassicuranti, a parte una telefonata del Presidente CORSI Luigi Pedrazzini. Mi dicono che concerne una marginalità trascurabile di popolazione Svizzera (2%), evidentemente compresa nelle regioni periferiche e di montagna. Il problema tocca in modo particolare le zone di frontiera e i frontalieri. Forse sono io che mi preoccupo eccessivamente! Nella mia casa a San Carlo di Peccia ricevo i tre canali Svizzeri a mezzo di un’antennina: ora non sarà possibile ricevere il segnale e poter guardare almeno l’informazione. Problema isolato mi si dirà!”, prosegue amareggiato. 

“Dei frontalieri incontrati recentemente mi dicono che sono preoccupati e che mancherà loro l’informazione di un’area con cui condividono una gran parte delle loro giornate. Allo Stato attuale dell’informazione sarebbe auspicabile che la data sia prorogata, almeno sino alla fine dell’anno. Siamo 5 minuti a mezzanotte...!”, chiede.

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