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Sanità
23.10.2017 - 14:000
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Aumentano i casi gonorrea, sifilide e clamidia. Ma per l'Ufficio Federale della sanità pubblica non è emergenza

Le infezioni di HIV pertanto sono stabili. Il gruppo di persone più colpito è quello degli uomini che hanno rapporti con altri uomini. La crescita è da addurre soprattutto a un miglioramento delle tecniche di laboratorio e di un aumento di persone che si sottopongono ai test

BERNA – In Svizzera, diminuiscono i casi di infezione di HIV ma aumentano quelli relativi ad altre malattie sessualmente trasmissibili. È il caso di allarmarsi? Secondo l’Ufficio della Sanità pubblica, non per forza, perché i fattori che lo determinano potrebbero essere diversi e non necessariamente conducono a un aumento effettivo delle persone infettate.

Ma parliamo di numeri: nel 2016 è aumentato il numero delle infezioni sessualmente trasmissibili (IST). Rispetto all'anno precedente, vi è stato un incremento del 20 per cento dei casi dichiarati di gonorrea, del 15 per cento di quelli di sifilide e dell’8 per cento di clamidia. Per contro, il numero di casi di HIV è rimasto stabile.

Quanti, esattamente? Sempre nel 2016, sono stati registrati complessivamente 2270 casi di gonorrea, 733 di sifilide, 11 013 d’infezione da clamidia e 542 di HIV. Per il secondo anno consecutivo si conferma la stabilizzazione dei casi di HIV.

I dati svizzeri sono comunque in linea con quelli europei.

La gonorrea, la sifilide e l’HIV interessano soprattutto gli uomini, che rappresentano rispettivamente il 79 per cento, l’89 per cento e il 78 per cento dei casi dichiarati. Tra questi, gli uomini che hanno rapporti sessuali con altri uomini sono ampiamente sovrarappresentati e costituiscono il gruppo di popolazione più colpito. Per contro, il 67% delle infezioni da clamidia riguardano donne.

I motivi dell’aumento, secondo l’UFSP, possono essere svariati, a partire dai progressi delle analisi da laboratorio, che permettono ora di diagnosticare infezioni asintomatiche in corso che prima non venivano rilevate. Inoltre, chi appartiene a gruppi a rischio si sottopone più frequentemente ai test: un fattore positivo, perché permette di interrompere la diffusione e di curare subito chi è affetto da una malattia. Ma tutto ciò non significa necessariamente che i casi in sé aumentano, anche se è presumibile di sì.

Quindi, niente allarmismo. In ogni caso, le precauzioni raccomandate sono le solite di sempre, ovvero la protezione nei rapporti, oltre a combinare una contraccezione personalizzata a seconda delle esigenze, come spiega il sito www.lofelife.ch. Chi cambia partner in modo frequente è più esposto a infezioni come quelle citate, e si raccomanda sempre di informare la persona con cui ci si frequenta in caso di malattia.
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