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21.12.2015 - 13:170
Aggiornamento: 21.01.2022 - 14:40

Podemos affascina Franco Cavalli: «sinistra al potere in Svizzera? Solo se... »

Franco Cavalli commenta i risultati delle elezioni spagnole e parla anche della Svizzera, «Podemos insegna come comunicare e ha riavvicinato gli spagnoli alla politica»

BELLINZONA - In Spagna, le elezioni sanciscono la grande avanzata della sinistra, in particolar modo di Podemos: un modo nuovo di fare politica, secondo il dottor Franco Cavalli. Con lui abbiamo parlato dei risultati di ieri e della sinistra in generale.Come possiamo leggere i risultati spagnoli?«Il partito conservatore ha perso chiaramente e probabilmente non potrà formare un governo. Esso ci sarà forse tra i socialisti, Podemos e i piccoli partiti. Se si guardano le percentuali di voto la vittoria delle forze non di destra è ancor più evidente, il blocco di sinistra è percentualmente più forte: risultati buoni, che confermano quelli del Portogallo, dove con una situazione simile c'è ora un governo di sinistra. Tutta la Penisola iberica si sta muovendo a sinistra, quindi. L'altro fatto importante è l'affermazione di Podemos, positiva anche come nuovo modo di far politica. Ciò potrebbe avere conseguenze in altri paesi dove la situazione è ingessata, come l'Italia, dove la sinistra da anni non sa più essere innovativa. Sono dei segnali, pensando anche all'Inghilterra laburista e ai giovani socialisti negli Stati Uniti, che il vento sta cambiando e magari si potranno avere ripercussioni anche in Ticino, come la volontà di creare un fronte alternativo».Diceva che la sinistra deve imparare a comunicare da Podemos. In che modo?«Uno dei difetti della sinistra tradizionale è quello di avere una comunicazione pesante e ripetitiva, che non si è adattata al sistema di comunicare moderno. Podemos per contro ha creato una sua tv, ha un modo di farsi sentire diretto e provocatorio, l'unico che può usare la sinistra, dato che giornali e televisioni sono in mano ai grossi interessi economici, quindi alla destra».Perché le forze di sinistra si sono affermate nella Penisola iberica mentre in Italia e da noi in Svizzera primeggia la destra?«Per l'Italia non ne sarei così certo, è un caso particolare. Il Movimento Cinque Stelle non è ben definito, secondo me la maggior parte delle persone che lo votano sono quelle che in Spagna hanno optato per Podemos. La Svizzera è un paese conservatore dove la una buona parte dei salariati non ha il permesso di voto essendo straniera, e quindi c'è una struttura sociale completamente fuori dalla norma. Con le banche, le assicurazioni eccetera non vi è una struttura sociale simile a quella dei paesi europei, è un caso particolare che non si può paragonare ad altri. Il fatto che i cambiamenti siano avvenuti nella Penisola iberica e in Grecia, forse in futuro anche in Italia, è dato dal fatto che sono nazioni in cui la crisi si è sentita maggiormente. Anche se noi stiamo andando incontro a periodi critici a causa del franco troppo forte e la situazione sociale sta diventando più tesa con una perdita di posti di lavoro, siamo comunque un paese dove la crisi ha smosso poco rispetto ad altri».Dunque, paradossalmente, alla sinistra svizzera servirebbe una grande crisi.«Non è che io voglia averne una. È chiaro che esse mettono sempre in crisi quelli che sono al potere. Da noi si sente, ma abbiamo la possibilità di gettare la colpa sui frontalieri come capro espiatorio, fattore che negli altri paesi non è presente. Per la struttura particolare è difficile pensare che un giorno la sinistra possa arrivare al potere, ci arriverà come ultimo paese d'Europa».Cosa potrà dare Podemos al governo agli spagnoli?«Potrà contribuire a far diminuire le grandi disuguaglianze presenti in Spagna. È una società disuguale con molta disoccupazione, con una grossa disaffezione della popolazione rispetto alla politica. Podemos ha saputo riavvicinarvi i giovani e le classi deboli».
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