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Cronaca
26.04.2016 - 09:450
Aggiornamento: 21.01.2022 - 14:40

La ricetta di Pinoja: «la tracciabilità per combattere il dumping»

Pagare con carta di credito o conti bancari la costruzione di immobili effettuati da padroncini: è la proposta del granconsigliere alla Commissione della gestione

BELLINZONA - Se chi commissiona lavori ai padroncini salda la fattura tramite banca o carta di credito, la tracciabilità dei lavoratori potrebbe aiutare a combattere il dumping. Va in questa direzione la proposta di Gabriele Pinoja de La Destra, relatore in seno alla commissione parlamentare della Gestione sulla mozione socialista del 2015 "Stop al dumping sistematico in Ticino: stop ai permessi per i lavoratori distaccati e ai servizi tax free degli indipendenti esteri". Secondo il Consiglio di Stato, lo scambio automatico di informazioni fra autorità di sicurezza sociali svizzere e italiane basta a far considerare evasa la mozione, ma il PS andava oltre, chiedendo la sospensione del lavoro distaccato e indipendente, oppure che esso sia possibile solo se da parte dei lavoratori vengono fornite le necessarie autorizzazioni a trasmettere alle autorità fiscali e assicurative estere i dati salariali o il contratto di servizio concluso con il committente. «In pratica propongo di estendere quanto si è già deciso per gli interventi di manutenzione di un immobile a quelli per la costruzione di un immobile», ha detto Pinoja a La Regione, non ritenendo evasa la mozione. Spiega come attualmente in Ticino un committente, per poter dedurre fiscalmente i costi di lavori di manutenzione della propria casa, deve mostrare le fatture relative. Ciò vale anche se sono eseguiti da una ditta estera. E propone di estendere la regola anche alla costruzione degli immobili, «pagando tramite banca o, riguardo per esempio alle forniture, con carta di credito la ditta e gli artigiani che arrivano dall’estero». La tracciabilità avrebbe un duplice fine, ottenere il valore di stima di una casa e soprattutto «cercare di impedire a non pochi padroncini e imprese con lavoratori distaccati, provenienti in prevalenza dall’Italia data la posizione geografica del Ticino, di lavorare qui di fatto a prezzi stracciati, insostenibili per le nostre ditte e i nostri artigiani, e di praticare il dumping salariale». Pinoja si chiede inoltre se questi lavoratori dichiarino quanto incassato al fisco italiano. La discussione in merito alla sua proposta in Commissione della gestione è partita, e si augura possa avere esito positivo. Se accolta, sarebbe fattibile? «Ai fornitori esteri di prestazioni non si porrebbe alcuna condizione e dunque non si violerebbero i Bilaterali. La sola condizione la si porrebbe ai committenti ticinesi, ossia il pagamento tramite banca o carta di credito, partendo in ogni caso dal presupposto che paghino ‘in bianco’».
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