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Cronaca
26.09.2016 - 11:450
Aggiornamento: 21.01.2022 - 14:40

Rossi a Maroni, «se voi politici italiani foste meno ladri...» Anche Comi, Gentiloni e Pellicini all'attacco

Maroni annuncia misure della Lombardia, Comi minaccia di arrivare a Strasburgo, il sindaco di Luino chiede di non ratificare l'accordo fiscale E Rossi: «qui i diritti degli italiani sono garantiti. Guardi gli stipendi...»

COMO - Il popolo ticinese che approva l'iniziativa "Prima i nostri" non poteva non suscitare reazioni in Italia. Il Presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni ha affermato via Facebook che «il Canton Ticino ha votato per bloccare l'ingresso a decine di migliaia di lavoratori lombardi (lavoratori, non immigrati clandestini) che ogni giorno attraversano il confine per lavorare (regolarmente) in Svizzera». Dice che l'esito del voto verrà accettato, ma che «vigileremo perché ciò non si traduca in una lesione dei diritti dei nostri concittadini lombardi o (peggio) nell'introduzione di discriminazioni o violazioni delle norme che tutelano i nostri lavoratori». Gli ha risposto, a stretto giro di posta, Tuto Rossi. «Sono quello che ha contribuito a scrivere l'iniziativa costituzionale Prima i nostri, approvata dal popolo ticinese. Non si preoccupi Maroni, i diritti dei lavoratori italiani in Ticino sono sempre stati garantiti e sempre lo saranno. I diritti dei lavoratori italiani non sono garantiti in Lombardia. Una cassiera al Benett di Como riceve € 600 al mese, al Serfontana di Chiasso a pochi KM riceve € 3'000 al mese. Un'infermiera diplomata nei vostri ospedali riceve € 1'100 al mese; nei nostri ospedali € 4'000 al mese. E avete 25% di giovani disoccupati; però avete migliaia di autoblu anche per gli assessori comunali. Il Governo del Ticino ha due autoblu per tutti, e i ministri vanno a lavorare in bus, o con la propria auto pagando di tasca propria la benzina. Vi vantate della riuscita dell'EXPO ma quando è stata chiusa, il cantiere non era ancora finito. In breve, se voi foste politici più efficienti, meno dispendiosi per il piacere delle vostre tasche, e - spesso purtroppo - meno ladri, i frontalieri non avrebbero bisogno di mendicare un posto di lavoro a qualsiasi prezzo da noi, perché il lavoro glielo fornireste voi. Mettete a posto casa vostra invece di fare stupidi proclami da maschio alfa. Noi abbiamo sempre avuto una grande ammirazione per i banchieri, gli imprenditori e i lavoratori italiani. Quello che non vogliamo è che a causa dell'inefficienza di voi politici, le sacche di povertà che voi politici avete creato in Italia, vengano a riversarsi in Ticino abbassando i nostri salari con l'effetto dumping». Anche l'europarlamentare Lara Comi, che del voto aveva già parlato nei giorni scorsi, si è immediatamente espressa via social. «Isoliamo il Ticino!", ha tuonato, invitando gli imprenditori italiani a far ritorno in patria, ed anche a creare delle ditte che possano offrire posti di lavoro per i frontalieri costretti a tornare a lavorare in Italia. Ma non si ferma qui. «Se la Svizzera sceglierà il declassamento dei lavoratori frontalieri nel referendum in programma oggi, penalizzando dunque i 65.000 cittadini italiani, soprattutto delle province di Como e Varese, che ogni giorno offrono il loro contributo in termini di manodopera ed ingegno, l’Unione Europea dovrà in modo netto bloccare e sospendere tutti gli accordi di carattere amministrativo, economico commerciale di cui anche la Svizzera ha ampiamente beneficiato in questi anni. A questo punto la questione finisce alla Corte europea dei diritti dell' uomo a Strasburgo e alla Commissione Europea per i rapporti con il vicinato. O la reciprocità è reale, o le porte dell’Europa si devono chiudere per chi pensa solo di ricevere e non dare. Altro che “prima i nostri”: per me vengono prima gli Italiani che lavorano ogni giorno, onestamente e con grande dignità, in Svizzera». Mentre Matteo Salvini attacca lo stato italiano, reo di derubare i frontalieri, il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni avverte la Svizzera. «Il voto non ha per ora effetti pratici. Ma senza libera circolazione delle persone i rapporti tra Svizzera e UE sono a rischio». «Visto il risultato del Referendum, il Parlamento Italiano non può ratificare l’accordo internazionale tra Italia e Svizzera che introduce il sistema della doppia tassazione per i frontalieri», ha chiesto subito dopo l'esito del voto il sindaco di Luino Andrea Pellicini.
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