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Cronaca
05.12.2016 - 13:310
Aggiornamento: 21.01.2022 - 14:40

«La Costituzione è salva». «Un voto contro l'establishment e l'eurocrazia». «Ma questa crisi non ci voleva»

I politici ticinesi sul voto italiano: felici i comunisti, poi c'è chi è convinto che non cambierà nulla e chi sostiene che gli italiani hanno voluto dimostrare che «la Penisola va gestita diversamente»

BELLINZONA - La caduta del governo Renzi non lascia indifferente la politica ticinese. Un dato da sottolineare è come gli italiani residenti in Svizzera abbiano appoggiato compatti la riforma costituzionale, facendo prevalere il sì, un parere decisamente contro corrente. Non si sa ancora che cosa accadrà nella Penisola, per cui c'è cautela nei commenti apparsi sui social. Lorenzo Quadri, Consigliere Nazionale leghista, esulta con un semplice: «la casta europeista ancora asfaltata».Lisa Bosia Mirra, deputata socialista, è preoccupata per quello che potrà essere il futuro. «Grazie per questa crisi di governo, ci mancava. In Renzi non ho mai riposto nessuna speranza né simpatia, tutto il contrario, ma lo scenario che si apre ora è inquietante. Andiamo alle invocate elezioni? Consegnamo il paese a Salvini o Grillo?», si chiede, aggiungendo poi un paragone fra Renzi e Tsipras in Grecia. «Renzi è un liberista figlio della defunta democrazia cristiana. Non è l'uomo di sinistra che vorremmo ma è l'unica sinistra che può governare. Se ci sarà un rimpasto di governo, l'ipotesi più probabile, sarà un governo più compromesso e debole di quello appena conclusosi (sempre che Mattarella accetti le dimissioni). Come ha detto Emma Bonino: "Non bisogna vergognarsi di votare il meno peggio. Quello Renzi non è il governo che vorremmo ma le riforme che ci stanno a cuore sono più facilmente realizzabili con questo governo che con qualunque altro"». I più felici sono i comunisti, con Massimiliano Ay che parla della salvezza della Costituzione italiana nata dalla resistenza antifascista. «Nonostante il terrorismo mediatico la Costituzione italiana sorta dalla Resistenza antifascista, una delle più avanzate del mondo e firmata anche dal comunista Umberto Terracini, è salva. È l’ennesimo schiaffo all’eurocrazia e ai poteri forti: dopo la Brexit e dopo la mancata elezione di Clinton negli USA, ecco un altro messaggio contro l’establishment. La furia reazionaria e liberista di Matteo Renzi, del Partito Democratico e del grande capitale atlantico è stata bloccata: la riforma bocciata oggi in votazione popolare era stata infatti voluta dalle banche, dalle multinazionali e dall’Unione Europea per distruggere i diritti sociali dei lavoratori e la sovranità popolare. I comunisti italiani - a cui va oggi il nostro saluto solidale - furono i primi a definirsi giustamente da anni (e non da ieri) “Partigiani della Costituzione”. Ora, dopo questo primo passo di dignità, sono certo che essi continueranno, catalizzando le forze contro l’UE e per l’uscita dell’Italia dalla NATO, una linea che a nostra volta condividiamo. La sinistra non può permettersi di essere schizzinosa circa gli alleati del momento: la contraddizione principale era salvare a tutti i costi la Costituzione e far cadere un governo non eletto e incapace di rappresentare gli interessi nazionali, ma succube al contrario di potenze estere. Con questo popolo che ha difeso i valori dell’indipendenza, della repubblica e del lavoro, la sinistra deve accettare di stare, oppure è destinata a sparire! E questo è un insegnamento fondamentale anche per noi in Svizzera!». Insomma, si tratta di un «ennesimo schiaffo all'eurocrazia: dopo la Brexit ecco un altro messaggio chiaro contro l'establishment. La Costituzione italiana è salva!». Sulla stessa lunghezza d'onda, anzi con un commento che va forse anche oltre il partitismo, Mixaris Perez Conception. «Ha vinto il no, hanno vinto gli italiani che si riconoscono nella Costituzione. Nessun partito, nessun anti-leader. Buon futuro!». Per il pipidino Armando Boneff, «al referendum va Renzi ed esce RenziNo. L'Italia ha scelto». Gli italiani vogliono decidere chi li governerà, ne è convinto il democentrista Tiziano Galeazzi. «Il 60% di no sembra confermare che fosse un voto più di protesta contro la classe politica dirigente che per la modifica sul Senato. Con questo unico strumento a disposizione, gli italiani hanno dato un chiaro messaggio che l'Italia va gestita diversamente. Mi auguro che gli italiani ben presto possano esprimersi con il loro voto nell'urna. Fondamentale per una democrazia». E a chi gli consiglia di guardare in casa propria, replica che "abbiamo anche noi accordi con la vicina Italia quindi anche per noi saranno importanti i prossimi eventi... dimenticate ad esempio l'accordo fiscale? O il frontalierato?». Lapidaria ma pessimista la leghista Amanda Rueckert. «Illusi. Non cambierà nulla».
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