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Cronaca
18.08.2017 - 15:300
Aggiornamento: 21.01.2022 - 14:40

L'appello di una giovane, "non smettiamo di viaggiare: abbiamo il diritto di sentirci a casa ovunque. Non può vincere questa maledetta paura"

Una 21enne, dopo l'attentato di Barcellona, scrive: "il Mondo ha bisogno di noi, del nostro amore. Noi giovani siamo il futuro. Ad Amsterdam ho provato una fottuta, pietrificante paura, ma non era una sensazione mia: apparteneva a loro"

BARCELLONA - Il mondo piange, ancora una volta. Si stringe attorno alla Spagna, a quelle 14 persone che non ci sono più, morte per un assurdo gioco al massacro. Le piange come se fossero amici, conoscenti, vicini di casa. Maledice la paura, il terrorismo.

Girovagando per la rete, abbiamo trovato la lettera di una 21enne, Giulia Crisanti. Un invito a vivere, a viaggiare, che vi riportiamo:

"Oggi voglio raccontare un piccolo pezzo della mia storia che, più che solo mia, è di tutti quanti.

Ho 21 anni. Faccio parte della nuova generazione. Quella della tecnologia, dell’Erasmus, dei sogni, del futuro. Ma anche quella, ahimè, della violenza.

Di questo maledetto terrorismo.

Una generazione che lo vive in maniera forte, oserei dire pressante, non alla nostra portata. È un qualcosa di superiore, di più alto, ma non voglio dire di più forte.

Se c’è una cosa che mi riprometto ogni volta che ascolto le notizie di un nuovo attentato è: non avere paura. Mi ripeto di continuare a vedere il mondo, tutto il mondo, come casa mia.
Mi ripeto di non smettere di volerlo scoprire tutto, in tutti i suoi luoghi, anche in quelli che “forse questo non è il periodo adatto, è pericoloso“. Ma come si può parlare di periodo adatto? Se non ora, quand’è il periodo adatto?

Ci è stato dato poco tempo in questa vita, non possiamo limitarlo ulteriormente. Io non rinuncio e non rinuncerò mai a viaggiare.

Però devo confessarlo: un mese fa mi sono trovata ad attraversare l’Europa in treno e per raggiungere Amsterdam era previsto uno scalo in due delle città più “temute” del momento: Parigi e Bruxelles.
Ad alcuni viene un brivido soltanto a sentirle nominare. Per una serie di coincidenze e ritardi, ho rischiato di perdere il treno e di rimanere “bloccata” una notte a Bruxelles. Ed in quel momento… sì: ho avuto paura. Una paura fottuta e assolutamente irrazionale. Viva, sulla pelle. Una paura invadente e pietrificante.

Ciò che mi ha infastidito di più è che quella sensazione, quell’emozione e quella frustrazione non erano mie. Niente era mio. Appartenevano a loro, completamente. E allora voglio lanciare un appello. Più che appello è un sogno.

Per alcuni sarò incosciente, per altri ribelle, per altri ancora pazza, ma non bisogna mollare. Non ora.
Voglio rivolgermi a tutti, ma soprattutto alla mia generazione, e dire: non abbiate paura. Dobbiamo avere il diritto di sentirci a casa sempre e ovunque, che sia Francia, Italia, Siria, Turchia, Germania.

Non importa. Non dobbiamo usare i guanti, non proteggiamoci.
Siamo tutti uno.

Noi giovani, in particolare, siamo il presente ed il futuro di questo mondo che, hanno ragione i nostri nonni, è nelle nostre mani. Se rinunciamo, se stiamo fermi, se ci facciamo condizionare, sarà sempre meno nostro e sempre più loro.

Sarà pure un’utopia, ma io sogno un mondo senza questa paura. Perché non importa dove si vive, quel Paese così lontano può essere casa mia e casa tua. Casa nostra. Quel Paese può essere un’opportunità che nessuno deve toglierci.

Il Mondo adesso ha bisogno di noi, ha bisogno del nostro amore.  Facciamolo girare, condividiamolo, facciamoci sentire. Impariamo ad amare, nonostante tutto. Sempre di più, con tutta la forza che abbiamo.

Perché è l’unica arma a nostra disposizione. E no, non può vincere questa maledetta paura".
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