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Cronaca
03.05.2018 - 14:530
Aggiornamento: 21.01.2022 - 14:40

Italiani, un popolo che non esiste. Almeno secondo la genetica...

Uno studio ha preso in considerazione il sangue di persone con quattro nonni provenienti dalla stessa provincia, ed è emerso che "si tratta solo di un'aggregazione di tipo geografico, abbiamo identità genetiche differenti, legate a storie e provenienze diverse e non solo a quelle". Dalle malattie ai movimenti per sposarsi...

ROMA – Gli italiani in realtà non esisterebbero, se si guarda la genetica. La sorprendente scoperta è frutto di Davide Pettener, antropologo del Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali dell’Università di Bologna, che ha creato una banca di campioni di Dna per tracciare la storia genetica degli Italiani, insieme a Donata Luiselli del Dipartimento di Beni Culturali di Ravenna e collaboratori, sfruttando i campioni di sangue di persone con tutti e quattro i nonni provenienti dalla stessa provincia.

E quindi? “Si tratta solo di un’aggregazione di tipo geografico. Abbiamo identità genetiche differenti, legate a storie e provenienze diverse e non solo a quelle”, spiega Pettener.

Sono stati presi in considerazione il Dna maschile e quello femminile. Per quanto concerne il primo, “emerge, a parte la Sardegna, un’Italia divisa secondo una linea più longitudinale, che separa una zona nord-occidentale da una sud-orientale”. Invece per quel che riguarda il Dna femminile, si vede una distribuzione più omogenea, e ciò viene ricondotto al fatto che le donne si spostavano più facilmente per sposarsi.

“Il quadro complessivo è frutto di spostamenti lungo due traiettorie diverse iniziati nel neolitico, con l’avvento delle tecnologie agricole e dell’allevamento. Nei periodi successivi è successo di tutto: Germani, Greci, Longobardi, Normanni, Svevi, Arabi sono passati lasciando i loro geni”, aggiunge l’esperto. Un bel numero di influenze genetiche raccolte nella stessa penisola, dunque!

A influenzare tutto ciò, anche clima e malattie. “L’evoluzione delle popolazioni dell’Italia settentrionale è stata condizionata da un clima freddo, che ha reso necessaria una dieta molto calorica e grassa. La selezione naturale ha favorito in queste popolazioni la diffusione di varianti genetiche in grado di modulare il metabolismo di trigliceridi e colesterolo e la sensibilità all’insulina, riducendo il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari e diabete”, è la spiegazione di spiega Marco Sazzini, ricercatore del BiGeA, autore di un secondo studio. E per il Sud? “Clima diverso e contributo genetico di altre popolazioni mediterranee hanno fatto sì che gli abitanti dell’Italia centro-meridionale mantenessero più diffusamente varianti genetiche responsabili di una maggiore vulnerabilità a tali malattie”. Nel Sud la selezione naturale ha potenziato le risposte infiammatorie contro i batteri di tubercolosi e lebbra, mentre in Sardegna si è dovuto rispondere alla malaria.

E proprio la Sardegna si differenzia da tutte le altre regioni, poiché lo studio sulla genetica mostra grande omogeneità nei suoi abitanti. Si sente il peso della storia, che non ricorda invasioni, e lo stesso vale anche per altre isole. A Cagliari e dintorni, però, è scoppiata subito la polemica: vi sono state, eccome, invasioni, seppur in forma minore. Ad ogni modo, rappresentano un unicum in Italia, un popolo che geneticamente parrebbe non esistere.
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