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Cronaca
11.05.2018 - 18:060
Aggiornamento: 21.01.2022 - 14:40

Incredibile! A Bergamo si prega davvero per "riparare" al Gay Pride. Un Assessore, cattolico praticante, esprime il suo dissenso

Due giorni dopo il primo torico evento LGTB in Città, il Circolo Partito della famiglia di Seriate, con la collaborazione di altri enti, organizza presso la chiesa del convento dei Frati Cappuccini un'adorazione di riparazione. Angeloni: "si condanna implicitamente chi partecipa al Pride, andando contro le parole del Papa"

BERGAMO – Helvetia Christiana, da cui attendiamo una replica, che arriverà, al Vescovo (il quale aveva detto che non la preghiera non va strumentalizzata), non è la prima e l’unica associazione cristiana che desidera pregare contro il Gay Pride.

A Bergamo, come a Lugano, si terrà presto il primo evento dell’orgoglio LGBT. Ma due giorni dopo ci si dà appuntamento per un momento di preghiera di riparazione.

Sì, viene definito proprio così il ritrovo di lunedì 21 Maggio alle 20:45 alla chiesa del convento dei Frati Cappuccini. A promuoverlo diversi attori: l’organizzatore è il Circolo Partito della famiglia di Seriate, ma aderiscono il coordinamento Partito della Famiglia provincia di Bergamo, il Movimento per la Vita Val Cavallina, Intercomunione Bergamo/Brescia, il circolo La Croce Bergamo e infine il Movimento Preghiera delle Mamme.

Un’idea che non piace, ovviamente, a tutti, anche se essendo organizzata in Chiesa difficilmente il Municipio di Bergamo potrebbe dire qualcosa, come accaduto a Lugano. L’Assessore del Comune Giacomo Angeloni, che si definisce cattolico praticante, ha voluto manifestare in una lettera il suo dissenso, dicendosi speranzoso che i frati che hanno accettato di ospitare l’evento non abbiamo compreso sino in fondo l’intento denigratorio del tutto.

Le sue parole: “Da amministratore e politico ritengo che non ci sia nulla da “riparare” dopo il Gay Pride, importante manifestazione che sta riscontrando un successo di adesioni in città e che vuole porre al centro dell’attenzione il tema delle discriminazioni, di cui l’Italia ha ancora un enorme bisogno . Da cattolico praticante penso alle periferie esisten"siziali di cui Papa Francesco parla quotidianamente. Le sue frasi di accoglienza, così evangeliche, stridono enormemente con quel volantino che allude ad una implicita condanna a chi frequenterà il Pride, usando in modo meschino ed erroneo quanto per noi cristiani è rappresentato dall’eucaristia, il cui senso profondo include e non discrimina. L’uscita del volantino, inoltre, rovina un clima di dialogo e rispetto reciproco instaurato tra la diocesi e le organizzazioni promotrici del Gay Pride, le quali si sono mostrate sensibili e attente nel valutare la data dell’evento, in modo da non creare sovrapposizioni con la pellegrinatio del Papa Buono. Ho la triste sensazione, o forse la speranza, che i Frati Cappuccini, che tanto si spendono nei servizi caritativi, non abbiano compreso l’intento strumentalmente denigratorio sotteso a questa iniziativa, promossa da associazioni, private ed indipendenti, senza un vero riconoscimento ecclesiale”.
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