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12.09.2017 - 17:020
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Funghi allucinogeni per guarire le depressioni più resistenti? Chi lo propone è convinto, "non è un passo indietro, anzi"

Una società farmaceutica con sede a Londra ha intenzione di testare le sostanze su 400 pazienti in 8 paesi diversi per tre mesi. "Ora conosciamo il funzionamento di alcuni medicinali, con essi facciamo progredire la scienza". Già si sa che cambiano la personalità

LONDRA – La depressione, o mal di vivere, spesso è un tormento senza fine. Prende, con un motivo o senza motivazioni trovabili, la vita di una persona, e la trasforma, la svuota, la trasforma, a volte la succhia. E non sempre si trovano soluzioni. Qualcuno guarisce, la maggior parte per fortuna, altri non ce la fanno e vivono in una sorta di limbo per anni, nei casi più tragici si fanno scelte estreme, basti pensare al caso dell’ingegnere di Albavilla che ha scelto di ricevere la dolce morte a Zurigo.

Ma la scienza, e con essa psichiatria e psicoterapia, hanno fatto passi da gigante. Sempre più frequentemente, riescono a aiutare chi ne ha bisogno, e fondamentali sono gli aiuti di familiari e amici. Con un farmaco, spesso.

Adesso dall’Inghilterra arriva una proposta shock: usare una droga, proibita negli anni ’60, per curare depressione resistente alle terapie disponibili. I funghi allucinogeni sono, letteralmente, specie di funghi dalle caratteristiche psicoattive (sia psichedeliche, come nel caso dei funghi contenenti psilocibina, che più genericamente inebrianti, come in quelli contenenti muscimolo e acido ibotenico). Ne esistono circa duecento specie, diffuse in tutto il mondo, e ogni anno i micologi ne classificano di nuove.

Gli effetti psichedelici di solito arrivano dopo disturbi gastrici, nausea, vomito, vertigini, arrossamento cutaneo, aumento della temperatura corporea e portano a effetti "enteogenici" (sensazioni di contatto profondo con la realtà interiore ed esterna, atteggiamento contemplativo, disposizione alla pace interiore), motiv per cui erano usati in diverse pratiche mistiche o religiose.

Qualche anno fa, uno studio utilizzò una cinquantina di volontari per testare gli effetti delle sostanze contenute nei funghi, e si verificò in parte di essi un cambiamento di personalità, ovvero una maggior apertura mentale. Alcune droghe sono usate anche per curare depressione, sindrome da stress post-traumatico, disturbo ossessivo-compulsivo o alcolismo.

E ora, tornano in voga i funghi allucinogeni, proibiti appunto perché, a lungo andare soprattutto, causano danni psichici. Vi sarà un esperimento, nel 2018, su 400 soggetti in 98 distinti paesi.

Il trial, promosso dall'azienda inglese Compass Pathways, dovrebbe iniziare all'inizio del 2018 e durare 3 mesi.  "Non si tratta di un ritorno agli anni '60”, ha tenuto a precisare al 'Financial Times' George Goldsmith, uno dei fondatori della compagnia farmaceutica con sede a Londra, “bensì di far progredire la scienza del ventunesimo secolo grazie all'innovazione digitale e a medicinali di cui ora conosciamo il funzionamento".
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