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01.09.2015 - 14:520
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

«La lobby di albergatori e ristoratori a Berna non è abbastanza forte...»

Confronto sul turismo fra la candidata PLR Michela Ris e il candidato leghista Glen Brändli. Lei: «La legge sul Burqa allontanerà i turisti arabi». Lui: «No, in Francia esiste da anni e non ci sono ripercussioni».

ASCONA - Il turismo sta vivendo sulla propria pelle i riflessi del franco forte, ma presto sarà confrontato con un'opportunità come Alptransit. Per parlare del momento di un settore vitale per parecchie zone del Cantone, abbiamo interpellato Michela Ris e Glen Brändli, entrambi vicini alle tematica come figlia di albergatori la prima e come albergatore il secondo e coinvolti come politici: sono candidati al Consiglio nazionale rispettivamente per PLR e Lega del Ticinesi. Il franco forte penalizza certamente il turismo, la politica, a livello federale, può fare qualcosa? Glen Brändli sostiene che «si poteva fare molto, però non è stato fatto nulla. Forse perché la lobby di albergatori e ristoratori a Berna non è abbastanza forte...». Cita, per esempio, la mozione del deputato UDC Freisinger aveva chiesto di poter dedurre dalle tasse il costo di vacanze trascorse in patria da parte degli svizzeri. «Perché è quello il nostro mercato principale. Purtroppo, è stata bocciata. Se compriamo carne italiana, dobbiamo pagare dazi, perché non fare qualcosa del genere anche per favorire il turismo? Oppure era stato proposto, sempre da Freisinger e poi da Cattaneo, di esentare almeno per un anno gli albergatori dal pagamento dell'IVA, è stata respinta anche questa idea». Michela Ris è scettica su misure legislative. «Si deve soprattutto sostenere il turismo, puntando sulla qualità, in modo da compensa il cambio favorevole con un ottimo servizio. Il problema del cambio esiste, ci sono tanti bei posti vicino a noi che costano meno, e noi siamo svantaggiati. Dovremo valutare di rivedere i prezzi». Con una perdita, in ogni caso, per il settore... «sì, ma è peggio se le stanze restano vuote». Alptransit potrà dare una mano a risollevare il settore, ma solo se sfruttato a dovere. A che punto è il Ticino? «Spero sia pronto, è un'occasione da non perdere, come capitato purtroppo con altre», sospira Michela Ris, riferendosi «alla questione di Expo: se fossimo andati compatti, l'avremmo potuto sfruttare in un altro modo. Auguriamoci che i collegamenti accessori ad Alptransit funzionino e che quindi non sia un'altra opportunità che ci lasciamo scappare». «Sinceramente nessuno sa che cosa aspettarsi dall'apertura di Alptransit. Non abbiamo idea di come si comporterà il turista che viene col treno, se sarà solamente un turista di giornata oppure se addirittura, grazie alle distanze più corte, si possa fare concorrenza a destinazioni low cost come la Turchia. Potremo valutare sei mesi dopo l'apertura», è invece l'opinione del candidato leghista. Un altro ostacolo potrebbe essere le legge del burqa, che la commissione della Legislazione spinge per far entrare in vigore in fretta. Il turismo arabo è una buona fetta, racconta Ris, in Austria, in Svizzera non è ancora così importante. «Ma certamente quando la legge entrerà in vigore, quei turisti non verranno più, e oltre a quelli che rinunciano per l'euro, mancheranno anche questi». Eventualmente, si potrebbero introdurre delle eccezioni per le turiste? «C'è stata una votazione, per cui mi sembra molto difficile», afferma la candidata PLR. Brädli sul tema non si preoccupa. «In Francia hanno introdotto il divieto di portare il burqa da anni e il turismo non ne ha risentito. Chi vuole vedere la Tour Eiffel o Nizza sa che deve adeguarsi. Noi abbiamo paura di perdere questa fetta perché per il Ticino è relativamente nuova, ed è una parte di clienti che spende molto. D'altronde, temiamo di perdere chiunque, visto il periodo: sono certo che dieci anni fa questa legge sarebbe stata applicata senza problemi e discussioni». Dunque, niente eccezioni. «Oltretutto, rappresenterebbero una discriminazione verso i residenti». L'apertura prolungata dei negozi dovrebbe essere un aiuto. Brändli è favorevole, Ris anche e precisa che «quanto meno nei periodi di massima punta è necessario. E inoltre, essendo cambiata la società, per le donne che lavorano è difficile organizzarsi e fare la spesa... per quello molti vanno in Italia». Riguardo l'iniziativa dei Generazione Giovani, che chiede l'apertura dei bar fino alle 3 il venerdì e il sabato, entrambi si dicono nettamente favorevoli, ma con dei correttivi. «Magari non fino alle 3, perché si entrerebbe in concorrenza coi locali notturni», osserva Ris, mentre Brändli afferma che «tutti vogliono potersi divertire sino a tardi, ma nessuno vuole i bar e il rumore vicino a casa. Sarebbe importante trovare delle aree o dei quartieri industriali dove si potrebbero mettere dei locali senza disturbare abitazioni o alberghi».
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