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15.09.2015 - 11:460
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Quel franco che divide i tifosi. «Bisogna scacciare i violenti»

Sondaggio fra i tifosi di calcio e hockey in merito al franco in più da pagare per la sicurezza negli impianti. I più giovani sono contrari, per i più maturi «è solo un franco». Ma per molti, «i volenti sono conosciuti dalle società, e non devono entrare».

BELLINZONA - Nell'ambito della lotta alla violenza negli stadi e a seguito di quanto affermato dal Concordato sulle misure contro la violenza in occasione di manifestazioni sportive, il Dipartimento delle Istituzioni e la Polizia cantonale hanno firmato con Lugano e Chiasso per il calcio e con Ambrì e Lugano per l'hockey, oltre che con i rispettivi gestori degli impianti una convenzione. Essa mira a chiarire la partecipazione ai costi della sicurezza da parte delle società sportive, oltre a chiedere un'assunzione di responsabilità contro i violenti. Il tutto si traduce in un franco in più per ogni spettatore nell'arco di una stagione, per coprire i costi. Il mondo dei tifosi è variegato: si passa dall'ultrà, per cui il Concordato è pensato, alla persona che sfoga le frustrazioni di una settimana incitando i propri vessilli, o a chi investe il suo tempo libero nella squadra del cuore, seguendo allenamenti e partite. Nel weekend, abbiamo chiesto a parecchi di loro che cosa pensano di questo franco in più, consapevoli che più che la cifra è il principio a far discutere. «Mah... perché pagare tutti?» si chiede un ultrà. «È una cosa nota da tempo, però per la Challenge League mi sembra esagerato", afferma un tifoso del Chiasso, pensando alla categoria dove milita la sua squadra. «La nuova regola è stupida», incalza un altro sostenitore, assiduo frequentatore di strutture sportive di ogni genere. Altri, invece, soprattutto i più "attempati", non trovano scandalosa la proposta. «Parliamo di un franco in più», afferma qualcuno. «È una cosa giusta», dice una fans, le fa eco un altro: «Ci può stare». Si nota una divisione, dunque, generazionale: sono i giovani a opporsi maggiormente al principio. Questione finanziaria? Probabile di no, perché, come detto, la somma non è ingente. Parecchi degli interpellati, però, si domandano quanta utilità può avere questa misura. «Preferirei non pagare il franco e trovare gente con la testa sulle spalle negli stadi. Semplicemente ogni società deve eliminare i tifosi violenti: non entrano!», è convinto un giovane sostenitore dell'Ambrì. «Non so se il franco può risolvere qualcosa, però può essere un buon inizio. Il problema sarebbe risolvibile anche in un altro modo visto che la maggior parte dei tifosi difficili sono conosciuti anche dalle società», conferma un altro appassionato. «Il franco in più non serve a nulla, bisogna ripulire gli stadi come successo in Inghilterra!», tuona deciso un uomo che frequenta gli stadi di ogni categoria da anni. «Bisogna mandar via gli stupidi che vengono a vedere le partite!» La problematica della sicurezza è definita crescente, però serve una ridefinizione dei ruoli nella sicurezza, come ci spiega un tifoso. «Penso che il problema sicurezza non debba essere assorbito dagli spettatori stessi. Si tratta di ordine pubblico quindi a carico dello stato. All'interno degli stadi compito di società e comune. È comunque un'idea».Dunque, il problema è sempre lo stesso: come far prevalere la parte sana del tifo, ovvero la stragrande maggioranza, senza pesare su di essa.
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