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25.09.2015 - 09:070
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Misure di Vitta, Savoia «almeno c'è un cambio di marcia: non si nega più il problema»

Il candidato agli Stati commenta le misure proposte da Vitta per tutelare il lavoro. «Non sono neppure lontanamente sufficienti, ma se si pensa che prima, negando che la libera circolazione causasse problemi, non si faceva nulla, è un inizio»

BELLINZONA - Sorveglianza del mercato del lavoro e occupazione e collocamento: sono questi i due ambiti in cui si ineriscono le otto misure presentate dal Consigliere di Stato Christian Vitta a sostegno del lavoro in Ticino. Tra di esse, vi sono una nuova procedura d'intervento contro le aziende fittizie, un sistema per favorire gli scambi di informazioni con l'Italia, un portale on-line per le segnalazioni di abusi salariali, la concretizzazione dell'inasprimento delle sanzioni per i lavoratori distaccati, oltre che una collaborazione tra DFE e DECS con l'obiettivo di migliorare il collocamento dei disoccupati residenti, la riqualifica dei giovani con un nuovo apprendistato, il rafforzamento delle relazioni tra URC e aziende e un sostegno intensivo al collocamento. «Le misure purtroppo non sono neanche lontanamente sufficienti ma sono un passo nella giusta direzione», commenta Sergio Savoia, candidato per i Verdi al Consiglio degli Stati, da noi interpellato. «Vedo dei segnali interessanti, ad esempio il fatto che il DFE e Vitta si siano mossi piuttosto velocemente per implementare l'iniziativa sui salari, che è molto più importante di queste misure per difendere il mercato del lavoro. Ciò che è più interessante è che ci si stia rendendo conto che la versione ufficiale per cui la libera circolazione ci rendeva tutti liberi e felici non è vera. Questo è solo un inizio, seppur promettente». Il fattore più importante, a suo avviso, è che «il DFE sembra aver cambiato marcia rispetto a quanto visto negli anni passati, in cui pareva che l'impegno principale fosse nella negazione del problema. Mi sembra che sia mutato l'approccio rispetto al problema, da una negazione ideologizzata all'ammissione: Laura Sadis era pro libera circolazione, per cui essa non poteva essere un problema e dunque ci si è mossi molto tardi e di malavoglia per affrontarne le conseguenze nefaste. Ora è cambiato il mondo, con il 9 febbraio, i partiti si sono allineati e Vitta ne prende atto proponendo idee interessanti». Fiducia, dunque, per Vitta? «Non faccio aperture di credito perché saranno i risultati a parlare", prosegue Savoia. «In merito a "Salviamo il lavoro" si sta muovendo e c'è questo segnale delle misure: se sarà sufficiente e quanto verrà fatto lo giudicheremo più avanti. È comunque un forte segnale di discontinuità rispetto all'inquilina di prima. Se non si mette però un limite al lavoro frontaliero stiamo prendendo misure interessanti ma che non toccano il nocciolo della questione». Delle tre misure a suo avviso che aiuterebbero, solo l'applicazione di "Salviamo il lavoro" è di competenza cantonale: per il 9 febbraio si attende, sulle misure di accompagnamento «non c'è la volontà a livello federale di migliorarle». Ma almeno ora, «il Governo si sta attivando».
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