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05.10.2015 - 14:350
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

«Savoia torni a bordo, ca...!»

La frase "alla Schettino" del giornalista Cagnotti, Raoul Ghisletta auspica un'area rossoverde, mentre Bardelli secca le modalità scelte dal suo ormai ex coordinatore

BELLINZONA - Se di solito al giorno d'oggi le reazioni alle notizie arrivano da Facebook, questa mattina sono pochi i profili di esponenti politici che si lasciano andare ad un commento sulle dimissioni di Savoia. Pittoresco il commento del responsabile del mensile socialista “Confronti”, Marco Cagnotti, «Savoia torni a bordo, ca…!». Probabilmente un’allusione ai deludenti risultati di aprile dei Verdi, e ai sondaggi poco ben auguranti per le federali. Raoul Ghisletta, candidato socialista, che da qualche tempo auspica un'area rossoverde, spera che possa essere il momento giusto. I passo indietro in casa ecologista parte dal titolo dello spettacolo messo in scena da Savoia. «Ora ho capito il titolo dello spettacolo di cabaret di Sergio! "Togliamoci un peso" è il titolo del bello spettacolo di Sergio Savoia, che ho visto a Viganello. E ora il peso se lo è tolto». Fare il presidente di un partito, in effetti, «è logorante. Sergio Savoia è stato bersagliato da dentro e fuori. Per cui umanamente si deve capire la sua scelta, come quella di Saverio Lurati alcuni mesi fa». E aggiunge, «vediamo ora chi dirigerà i Verdi. Speriamo si possa costruire la casa rosso-verde per difendere il Ticino dallo sfruttamento e dall'abbruttimento, in particolare in vista delle elezioni nei Comuni dell'aprile 2016». Più seccato il commento di Rolando Bardelli, uno dei verdi “dissidenti”. «Le dimissioni di Sergio Savoia a due settimane dalle elezioni federali sono sconvolgenti. Lo dico sia in qualità di membro del Comitato cantonale del partito che di municipale del comune di Balerna dal 2008», afferma. «Cambiare il presidente di un partito non è come cambiare la giacca: è qualcosa di pesante e merita il coinvolgimento almeno di direzione e comitato. Non è stato così: Sergio, come più volte in passato, ha agito con una modalità molto individualista comunicando la sue dimissioni attraverso il sito di LiberaTV. Forse solo una stretta cerchia di verdi dirigenti era al corrente di quanto bolliva in pentola; di certo non il comitato cantonale, che per diversi motivi da troppo tempo non ha più potuto svolgere il ruolo che gli compete (convocazioni sporadiche e all’ultimo minuto; nessun verbale di riunione di comitato disponibile dalle elezioni cantonali di aprile; ecc.)». E conclude, «speriamo ora di riuscire a ricucire gli strappi e a coinvolgere di nuovo anche molte persone, attive o simpatizzanti, che si sono allontanate dai Verdi del Ticino».
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