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20.10.2015 - 20:520
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

«Chiudete l'IRE», Lega infuriata per lo studio sui frontalieri

Daniele Caverzasio propone la chiusura dell'IRE, le risorse «a favore di misure puntuali per il reinserimento professionale dei residenti»

BELLINZONA - Sta suscitando grande clamore lo studio dell'Istituto ricerche economiche (IRE) sugli effetti del frontalierato sul mercato del lavoro indigeno. «Forse i grandi scienziati del mercato del lavoro dovrebbero evitare di prendere in giro la gente», scrive Daniele Caverzasio a nome del gruppo leghista in Gran Consiglio, che con il suo atto propone addirittura di sopprimere l'IRE. «Un primo dato elementare: se in Ticino il numero dei disoccupati residenti aumenta, e il numero dei frontalieri aumenta anch’esso, questa non è già una prova evidente che a lavorare in Ticino non sono più i residenti ma i frontalieri?», scrive il capogruppo leghista. «Se invece di compiacersi con statistiche farlocche i Nobel dell’IRE uscissero dall’ufficio e si guardassero in giro, si accorgerebbero forse che le cose non stanno affatto come dicono loro, e che la sostituzione di lavoratori ticinesi con frontalieri è una drammatica realtà», si legge ancora nell'atto parlamentare. «E non ci si venga per favore a raccontare la solita favola secondo cui il livello di formazione italiano, dove le lauree si comprano, è più elevato di quello svizzero. Semmai accade che, col preciso scopo di tagliar fuori i candidati residenti, si pretendano lauree anche per dei posti di addetto alla sicurezza». Caverzasio denuncia inoltre un'altra «preoccupante realtà», ossia l'assunzione di «responsabili e capetti frontalieri, i quali importano poi la corte di compaesani». Un problema che tocca anche il terziario, la vendita e - aggiunge - anche alla Supsi e all'Usi. «Contrariamente all’IRE, a noi "comuni mortali" arrivano quotidianamente lettere di ticinesi che non trovano lavoro poiché gli impieghi vanno a persone in arrivo da oltre confine. Ora il vaso è pieno». E quindi - conclude la mozione - la Lega propone «la chiusura dell'Istituto ricerche economiche dell'USI, riallocando le risorse economiche a favore di misure puntuali per il reinserimento professionale dei residenti».
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