Lo studio dell'IRE non era completo, non andava reso pubblico

BELLINZONA - Lo studio dell'IRE, che tanto ha fatto discutere, è parziale e non doveva essere neppure reso pubblico. Una fuga di notizie ha fatto sì che tutti ne venissero a conoscenza, ma le intenzioni non erano quelle. Lo ha spiegato ieri in apertura di Gran Consiglio il presidente del Parlamento Luca Pagani. «L’Ufficio presidenziale ribadisce che lo studio dell’Ire non è completo e non deve essere utilizzato per le valutazioni sul mercato del lavoro ticinese. L’UP ha deciso di ribadire alla SECO che, a suo avviso, lo studio dell’IRE non è completo, non fornisce risposte a buona parte dei quesiti formulati nell’incontro preparatorio del 2013 e nel mandato stesso e non dovrebbe pertanto in alcun modo essere utilizzato, in questa versione parziale, ai fini di valutazioni ufficiali ed eventuali decisioni riguardanti la situazione del mercato del lavoro nel Cantone Ticino». Lo studio della discordia era nato dal fatto che l'Ufficio presidenziale si era detto preoccupato perché un'indagine della SECO stessa affermasse come gli effetti della libera circolazione in Svizzera fossero stati solamente positivi: impressione ben diversa da quella dei cittadini ticinesi! Da qui, la volontà di commissionare alla SECO un ulteriore studio, per capire i motivi di questa diversità di percezione. Lo studio presentato dall'IRE era stato ritenuto completo, e dunque si era chiesto alla SECO, in una riunione in cui erano presenti rappresentanti del Governo e della Commissione tripartita, di non pubblicare lo studio. Una fuga di notizie ha però reso noti a tutti i risultati. Pagani ha sottolineato la mancanza di lealtà di chi era presente. Nessuno in aula ha commentato le dichiarazioni del presidente, segno che la presa di posizione era condivisa da tutti i gruppi parlamentari. Si attende ora il completamento della ricerca, ma probabilmente se ne parlerà ancora.