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07.11.2015 - 11:020
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Gobbi a Berna? Il Ticino si spacca

Secondo Matteo Caratti un'operazione per favorire Lombardi. Intanto Paolo Bernasconi mobilita la società civile

BELLINZONA - Com'era facilmente intuibile la candidatura di Norman Gobbi al Consiglio federale, che verrà ufficializzata questo pomeriggio, è ben lungi dal fare l'unanimità del Cantone. La politica molto profilata del leghista non fa storcere il naso soltanto alla sinistra, ma anche ad una larga parte del centro moderato borghese. A scendere in campo contro la candidatura di Gobbi stamane vi è LaRegione, a firma del suo direttore Matteo Caratti. Il foglio di Via Ghiringhelli enumera alcune delle "prodezze" apparse in prima pagina a proposito del Consiglio federale, fotomontaggi e apprezzamenti sui «sette bambela». «Tutto materiale di prima pagina dell’organo ufficiale del partito di maggioranza relativa, che ovviamente si mette la foglia di fico della satira per parare eventuali denunce», sottolinea Caratti. Tuttavia secondo Caratti il leghista, proprio per questo, avrebbe poche chance. E allora perché una candidatura? «Semplice: si scrive Gobbi, ma si legge Lombardi. Ovvero: il razzo è un grosso petardo, gli esperti della Nasa Lega-Udc teleguidati. Ovvero bis: si tratta di un gioco della Nebulosa di destra per alzare le quotazioni di Lombardi per il dopo Leuthard. A quel punto il buon Pippone cosa dirà? Dirà, ragazzi e colleghi, avete detto di no anche a quel fuoriclasse di un Gobbi e a tutta una serie di ticinesi, adesso come potete rifiutarmi la benedizione? Ma i Borgia avevano qualche parente anche in Svizzera?». Prende molto più sul serio la candidatura Gobbi l'ex procuratore pubblico Paolo Bernasconi. «Norman Gobbi non rappresenta il Ticino. È invece il rappresentante del "Partito dell’Odio" (mi raccomando ‘odio’ scritto con l’iniziale maiuscola)», afferma l'avvocato. «È una figura controversa che, anche nella sua attività quale consigliere di Stato, ha finora dimostrato di sapere essere forte con i deboli e debole con i forti». Bernasconi non è solo. «Ci sono già parecchie personalità della società civile che mi hanno garantito il loro sostegno. Invieremo, tanto per cominciare, a tutti i parlamentari federali la collezione del "Mattino della domenica" per dimostrare il clima di volgarità e violenza verbale che ha accompagnato l’ascesa politica di Gobbi. Vogliamo pure raccogliere firme a sostegno delle nostre tesi in modo da far capire pure al gruppo parlamentare dell’Unione democratica di centro che Gobbi non può essere il candidato di tutto il popolo ticinese. Ho già ideato anche il logo dell’operazione: "Gobbi no pasarà!"».
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