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14.11.2015 - 12:150
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Emanuele Centonze, «il Ticino si sta facendo male da solo». E spara su Lega e UDC...

L'imprenditore ribadisce che i frontalieri portano benessere. «Sono certo che Blocher non dorme per il 9 febbraio... ».

BALERNA - I frontalieri portano benessere, e senza di loro molte opere non sarebbero potute essere realizzate. In sintesi, è il pensiero che l'imprenditore Emanuele Centonze ha messo in evidenza in un articolo apparso sul Corriere del Ticino. Una tesi destinata a far discutere, che ribadisce convinto quando lo raggiungiamo al telefono.Si aspetta critiche per quanto scritto?«La verità può non piacere, per cui non mi aspetto critiche. La crisi del 1990 e del 1996, con la stagnazione fino al 2000 e poi con i bilaterali uno sviluppo fantastico del Ticino e della Svizzera sono fatti agli atti. Ho deciso di scrivere questo articolo perché il Ticino si sta facendo male. Si spara sulla croce rossa senza aver valutato i possibili scenari conseguenti a ciò che si sta per fare. Poi sarà troppo tardi».Angelo Rossi su Azione ha confutato il fatto che la disoccupazione in Ticino sia causata dai frontalieri, paragonando il nostro Cantone a Basilea Città. È d'accordo con lui?«È provato che la libera circolazione e la liberalizzazione dei frontalieri hanno portato al benessere: abbiamo fatto un salto di qualità, con l'aumento del PIL, del gettito fiscale. Perché bisogna limitare i frontalieri? Io sono un liberale sfegatato, se cerco una persona la cerco dappertutto e assumo quello che mi passa il mercato. Spesso non trovo svizzeri! Ho il 55% di svizzeri, scelgo in base alle competenze e alle specializzazioni. Mi dicono che alle stazioni di servizio ho solo lavoratori frontalieri. Se aumento lo stipendio di 1'000 franchi trovo magari ticinesi, anche se ne dubito. Devo di conseguenza aumentare i prezzi e i ticinesi vanno a comprare a Como. Il mio è un settore dove l'indigeno non vuole lavorare, non vuole fare i turni o cominciare alle 5 alla mattina. Non è il commercio al dettaglio che deve essere l'ago della bilancia, non troviamo ticinesi disposti a fare questa vita».Rossi ha anche affermato che i frontalieri sono malvisti per motivi non economici, concorda?«In realtà portano il benessere! Sono malvisti perché c'è la Lega che racconta troppe frottole. È una questione politica. Ci sono code sulle autostrade, mancano i servizi, ed è sempre colpa dei frontalieri, ma siamo matti? Si prende un capro espiatorio».In una risposta a un'interpellanza di Cassis il Consiglio federale ha risposto che i frontalieri accettano di guadagnare il 12% in meno.«Nella mia azienda non faccio distinzioni, in Cina si dice che non importa il colore del gatto, basta che prenda i topi. Al momento come imprenditore non posso fare scelte politiche: se trovo un ticinese altrettanto competente assumo lui. Devo pensare che ci sia la persona giusta al posto giusto e non guardare in faccia all'UDC, che tra l'altro si è resa conto di aver fatto un disastro col 9 febbraio. In realtà non volevano vincere. Noi crediamo sia bello, invece sono certo che Blocher la notte non ci dorme. Lui voleva fare il 49,5% di sì, era la sua vendetta contro il Consiglio federale e contro l'alta finanza di Zurigo che non l'ha mai accettato».Crede che con il nuovo accordo fiscale resteremmo attrattivi per i lavoratori di oltre frontiera?«Penso che facciamo di tutto per tagliare il ramo dove siamo appollaiati. Questo accordo fiscale ha favorito le imprese ticinesi. La nostra attrattività per i frontalieri diminuirà, con la conseguenza che se non trovo lo specialista il capitale è mobile. Cosa succede se domani la Lombardia si riprende e abbiamo tolto il vantaggio fiscale ai frontalieri che hanno contribuito al nostro benessere? I frontalieri guadagnano di meno, ma che importa, ciò che conta è che il benessere sia aumentato, e questo è accaduto. L'Italia non si è resa conto cosa ha firmato nel 1974, permettendoci di essere così attrattivi».
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