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25.11.2015 - 09:070
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Scuola, tutto come previsto. E Bertoli avvisa i colleghi

No all'iniziativa di VPOD e docenti, solo PS, Verdi a favore, oltre a Fonio e Beretta Piccoli. Eccessivi i costi, contestata la tempistica. Il Consigliere di Stato fa capire che se nella manovra di risparmio si taglierà sulla scuola, lui dirà no

BELLINZONA - No all'iniziativa sulla scuola, da parte del Gran Consiglio, e no a risparmi in questo settore da parte di Bertoli, che ha ammonito i colleghi di Governo, facendo intendere che se nella manovra di risparmio di 180 milioni saranno previsti tagli all'istruzione, lui si opporrà. Ciò che si poteva prevedere già prima della discussione in Parlamento, visto anche quanto ci avevano detto alcuni deputati, è avvenuto: il sostegno di PS e Verdi non è bastato, ed ha vinto il no, con 57 favorevoli, 21 contrari e 2 astenuti al rapporto del liberale Franco Celio. Sostanzialmente due i punti contestati: il tempismo, in attesa del documento del DECS "La scuola che verrà" e i costi eccessivi. «Sarebbe sconsiderato da parte nostra accettare un aggravio di 37,5 milioni di franchi all’anno», ha sottolineato infatti il relatore di maggioranza Celio, contrario anche al fatto che i Comuni debbano pagare il 5% degli stipendi dei docenti e il 50% dei costi residui per il potenziamento. «Una richiesta che non si giustifica, proprio perché gli enti locali non hanno alcun potere decisionale in fatto di scuole medie». Il leghista Michele Guerra ha fatto notare come nell'iniziativa non venivano toccati quelli che a suo avviso sono i punti critici della scuola media attuale, ovvero selezione, programmi e accesso dei docenti oggi costretti ad un tour de force prima di conseguire l’abilitazione all’insegnamento. L'iniziativa si concentrava poi su mense e doposcuola che, come detto da Sergio Morisoli (La Destra), poco hanno a che fare con la scuola e servono a favorire i genitori. Troppi i temi, dunque, e troppi i costi. Non concordano, ovviamente, gli esponenti del PS. «L’istruzione non va trattata come una somma di cifre da mettere a preventivo, ma come uno strumento concreto per il futuro dei nostri giovani», così la relatrice di minoranza Tatiana Lurati Grassi ha bacchettato i deputati attenti solo all'aspetto economico, tesi sostenuta anche dalla sua capogruppo Pelin Kandemir Bordoli. Cosa c'è di più lungimirante che investire sui ragazzi?, si è chiesta la Verde Tamara Merlo. Nel PPD, a favore del si si sono espressi Giorgio Fonio e Sara Beretta Piccoli. «L'iniziativa ha il pregio di ridurre il numero degli allievi per classe, che in Ticino è il più alto in Svizzera», ha detto il sindacalista.Manuele Bertoli ha chiesto di trattare l'iniziativa più in avanti, una volta disponibile il rapporto finale sul progetto “La scuola che verrà”, e di non portarla alle urne, ma Raoul Ghisletta è apparso irremovibile: si voterà. Il Consigliere di Stato ha preso la parola per ultimo, elencando i motivi per cui caldeggiava il no (pur essendo favorevole a una riduzione degli allievi per classe, mentre non andava bene che le mense e i trasporti fossero gratuiti, e il potenziamento dell'orientamento professionale era gradito ma mancano i fondi), per poi affondare il colpo ai suoi colleghi di Governo. «Non sono disposto a chiedere alla scuola sacrifici per il risanamento finanziario». Insomma, se nella manovra di risparmio di 180 milioni previsti per l'anno prossimo saranno contemplati tagli all'istruzione, lui voterà no.
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