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02.12.2015 - 10:050
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

I punti controversi della pianificazione. E le casse malati...

C'è preoccupazione per la scelta della Commissione della Pianificazione di proseguire sulla propria strada. A rischio l'intera pianificazione del settore post acuto?

BELLINZONA - Niente accordo, la Commissione speciale per la pianificazione ospedaliera ha deciso di proseguire per la sua strada, ignorando le criticità espresse dal Governo. C'è preoccupazione a Palazzo, perché trovare una soluzione per la pianificazione ospedaliera è sempre più difficile. «Sono preoccupato ma non risentito», ha detto al Corriere del Ticino il direttore del DSS Paolo Beltraminelli «nella seduta della Commissione non è stato sciolto il nodo più importante, ovvero il finanziamento dei letti a minore intensità (AMI). Sugli altri aspetti si può convivere ma sul finanziamento vedo dei problemi di non poco conto». Sarebbe in gioco l'intera pianificazione del settore post acuto, soprattutto la realizzazione della nuova ala dell'OBV di Mendrisio. Secondo il Governo, le cure post acute dovrebbero costare 30 franchi al giorno al paziente, mentre secondo la Commissione ci dovrebbe essere un finanziamento forfettario a carico del Cantone per il 55% e delle casse malati per il 45%. C'è timore per la reazione delle casse malati, che per Beltraminelli «difficilmente accetteranno di pagare. Il rischio è che così si crei una fase di incertezza e quando si parla del futuro della sanità nel nostro cantone non si può parlare di insicurezza». Anche i membri PPD della stessa Commissione sono insoddisfatti. «La pianificazione è una questione dolorosa e i partiti temono di perdere consensi popolari. Quindi meglio lasciare tutte le colpe al Governo. Nessuno vuole inimicarsi i ticinesi. Meglio è invece annacquare la faccenda», ha attaccato Paolo Peduzzi. Il PPD non salirà sulle barricate, e internamente si discuterà di come affrontare il tema in Gran Consiglio. Il PS rilancia la possibilità di lanciare un referendum sulla modifica di legge. Milena Garobbio, firmataria del rapporto di minoranza, fa notare come la continua ascesa dei premi delle casse malati abbia decretato il fallimento del sistema di concorrenza fra privato e pubblico, e dunque «dare ancora più spazio al privato è impensabile». Anche chi sostiene il rapporto di maggioranza ammette che la questione del finanziamento dei reparti acuti di minor intensità è controversa. «Da parte nostra è importante ribadire come tali letti debbano rientrare nelle attività di pertinenza ospedaliera e quindi con una maggiore participazione del Cantone e delle casse malati», ha detto il liberale Matteo Quadranti. Proprio per il rischio che le casse malati si rifiutino di partecipare al finanziamento delle cure la Lega ha firmato il rapporto con riserva. A SantéSuisse, l’associazione delle casse malati, la soluzione del Gran Consiglio infatti non piace. Se il compromesso del Governo di spostare i 250 posti in eccesso nelle case anziani sarebbe stato accettato, ora si mantiene «uno statu quo, perché di fatto quei 250 posti oggi in eccesso verrebbero salvati. Il che significherebbe mantenere più costi a carico degli assicuratori malattia e degli assicurati. Ciò potrebbe avere conseguenze sui premi», ha dichiarato a La Regione il segretario generale Olivio Lama. Dunque, le casse malati sarebbero disposte a pagare qualcosa in più ma non nella misura che chiede il Gran Consiglio. Dunque, come se ne esce? Beltraminelli ha spiegato che, «come governo potremmo eventualmente non dare l’adesione, dopo il sì del parlamento. Si tornerebbe in aula un mese dopo e nel frattempo se ne potrebbe parlare con calma. Si vedrà. Io rimango comunque fiducioso»
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