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25.02.2016 - 17:120
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

«La colpa è solo dello straniero?», dal segretario del PPD partono i siluri contro l’UDC

«Non giudicare sbagliato ciò che non conosci, cogli l’occasione per comprendere», diceva Picasso. In anteprima l’editoriale del settimanale del PPD, che si scaglia conto la politica anti-stranieri dell’UDC

«Lo straniero che delinque non merita di risiedere nel nostro Paese e senza eccezioni alcune! Esso deve integrarsi, rispettare le nostre leggi, gli usi e i costumi». A dirlo a chiare lettere è il segretario del Partito popolare democratico, Domenico Barletta, come premessa di un “j’accuse” nei confronti della politica condotta dall’UDC. «Non possiamo certamente accogliere ed abbracciare tutti gli stranieri ospiti nel nostro Paese, ma dobbiamo prestare molta attenzione a non speculare troppo sul loro dolore, in quanto non possiamo assolutamente tralasciare il fatto che si tratta di esseri umani, né tanto meno “utilizzare” lo straniero come strumento per pura propaganda elettorale, volta a confondere o addirittura voler condizionare in un modo “politically incorrect” l’elettorato». «Si avverte sempre di più un malcontento generale a causa di una crisi economica che, in questi ultimi anni, sta generando un numero sempre più elevato di disoccupati nel nostro Cantone e la ormai scarsa fiducia che i cittadini manifestano nei confronti delle istituzioni e dei politici», si legge nell’editoriale che apparirà domani sull’organo di partito, “Popolo e Libertà”. «Siamo nell’era dell’antipolitica, del populismo incontrollato e del “mal di pancia” ormai diventato cronico, un’era che piace a chi come l’UDC, fa sempre di tutto per indottrinare i ticinesi sostenendo che la colpa del malessere generale che si respira e si vive è da attribuire esclusivamente alla presenza degli stranieri presenti nel nostro Paese». «Siamo tutti d’accordo sul fatto di dover tutelare e difendere prima gli interessi dei nostri cittadini (Svizzeri e domiciliati) e siamo altresì d’accordo che la questione degli stranieri è diventata oggigiorno un reale problema sociale, col quale siamo costretti a convivere», continua Barletta. «Ma per poter crescere, soprattutto a livello culturale, dobbiamo andare oltre i luoghi comuni e rimuovere i soliti pregiudizi che non fanno altro che fomentare un ingiustificato astio verso determinati ceti sociali. La convivenza con gli stranieri è sempre più complicata, ma ricordiamoci che spesso avviene in maniera serena e pacifica, in quanto gli stranieri non sono tutti dei delinquenti. La criminalità deve farci preoccupare, però ho come l’impressione che la percezione del pericolo sia maggiore rispetto alla minaccia reale. Non voglio assolutamente minimizzare il problema, ma bensì evidenziare che ogni aspetto importante del nostro Paese, come in questo caso il delicatissimo tema dell’immigrazione, va affrontato ed analizzato in modo serio. In questo modo il popolo ha una visione reale della problematica e sono certo che tanti stereotipi (negativi) sullo straniero, scemeranno giorno dopo giorno». «Sembra che oggi l’importante sia prendersela con tutti gli stranieri, anche quelli ben integrati che lavorano da anni nel nostro Cantone, a prescindere dal background di ogni singolo individuo (ognuno, del resto come noi svizzeri e/o domiciliati, ha la propria storia da raccontare). È davvero ingrato approfittare delle paure dei nostri cittadini ticinesi e di indirizzare la rabbia sempre verso una gran fetta, purtroppo, di ticinesi che non se la passano per niente bene e che faticano ad arrivare alla fine del mese». «Non bisogna nascondere i problemi, perché purtroppo ci sono, e tormentano sempre di più i nostri cittadini», conclude Barletta nel suo editoriale. «Non basta però alzare la voce solo per farsi sentire senza poi adoperarsi con azioni politiche concrete e quindi mirare alla risoluzione vera e decisa dei problemi dei ticinesi. Nessuno ha la bacchetta magica, ma non alimentiamo paure e odio verso nessuno! Di guerre c’è ne sono già abbastanza! Riflettiamo e agiamo tutti insieme per il bene del nostro Paese e dell’intera umanità!».
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