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25.05.2016 - 09:170
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

«L'accettazione dei bonus da parte dei vertici bancari portano a disastri del genere»

Per Paolo Bernasconi quanto successo non è un fulmine a ciel sereno. «È una decisione di gravità storica, con la fine della BSI. La severità delle sanzioni è però proporzionata a quanto scritto dalla FINMA»

LUGANO - Per Paolo Bernasconi, quanto accaduto alla BSI non è un fulmine a ciel sereno. «Le inchieste sono in corso da più di un anno. Alle indagini della FINMA aggiungono quelle dell’autorità di vigilanza di Singapore e anche quelle del Ministero pubblico della Confederazione. E quindi questa decisione, essendo il risultato di fonti diverse di informazioni, è molto solida», ha detto al Corriere del Ticino, rimarcando le dichiarazioni a caldo ieri in RSI. «La FINMA nella sua assemblea annuale parlava di pazza esotiche, intendendo asiatiche, e di riciclaggio come maggiori rischi: mi sono chiesto come mai si toccassero ancora questi tasti, poi ho capito». «Siamo di fronte a una decisione di una gravità storica, perché viene praticamente a decretare la fine della BSI, che tra l’altro è l’istituto più importante del Ticino e rappresenta una presenza storica nel cantone. Inoltre c’è l’apertura di una procedimento del Ministero Pubblico della Confederazione secondo l’articolo 102 del Codice penale, che già di per sé è un unicum storico in Svizzera», riassume l'ex Procuratore Pubblico. «La FINMA ha pubblicato un comunicato composto da ben quattro pagine dense e sostanziose, dove afferma di approva l’integrazione della BSI nella EFG, ma ad una condizione, ossia che la banca venga integrata e successivamente sciolta. Per giunta aggiunge che nessuno dei garanti della irreprensibilità della BSI, ossia nessun membro del Consiglio di amministrazione e nessun membro della direzione che erano già in carica all’epoca dei fatti, potrà operare in analoghe funzioni in seno alla EFG. Questa presa di posizione è veramente pesante». Ma «la severità di questa misura è proporzionata alla gravità delle due pagine del comunicato dove vengono elencati una serie di rimproveri al management della BSI». Le ripercussioni per la piazza finanziaria ticinese? «Le autorità di vigilanza di Singapore hanno detto che è il caso più grave di riciclaggio avvenuto sulla loro piazza. Quindi il nome di Lugano farà il giro del mondo con questo marchio infame». «Viene pure sottolineato che il responsabile di questo fondo era il meglio pagato di tutta la BSI. Ancora una volta si dimostra che non tutti i manager meglio pagati sono anche i migliori», attacca Paolo Bernasconi, che ieri in RSI si era spinto oltre: «quanto successo è la dimostrazione dei disastri causati dall'accettazione da parte dei vertici delle banche al sistema dei bonus, che per far guadagnare di più punta su un appetito al rischio maggiore». Per quanto concerne la clientela della BSI, «la FINMA sottolinea che, grazie all’assorbimento da parte di EFG, i clienti non hanno nulla da temere». Bernasconi si dice «veramente abbattuto non tanto per gli azionisti, tanto per i dipendenti, perché qui ci sarà una riduzione di posti di lavoro, e a pagare saranno anche persone che non hanno nessuna responsabilità, e in un periodo in cui i manager hanno potuto beneficiare di una politica dei bonus molto generosa, persino in questi ultimi anni, in cui si sapeva che la situazione della banca era nel mirino delle autorità di vigilanza».
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