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18.06.2016 - 13:000
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

«Vogliamo che l'omicidio di un solo uomo cambi il futuro di un continente?»

Filippo Contarini è contrario all'uscita del Regno Unito dall'UE. «Cercano una verginità istituzionale che non hanno mai avuto. La Scozia? Chattiamo su WhattsApp ma siamo tornati all'Ottocento»

BELLINZONA - Il voto inglese per decidere se lasciare l'UE oppure rimanervi si avvicina. Abbiamo interpellato Filippo Contarini, giurista di idee europeiste e già candidato per il PS alle nazionali del 2011, per capire cosa ne pensa.Secondo lei, come dovrebbero votare gli inglese e perché?«Non sono d’accordo con una decisione di uscita dall'UE. Oltretutto stiamo assistendo a un "gioco strano": è lo stesso Cameron ad aver indetto il referendum che lui ora affossa. I “giochi strani” non fanno bene alla democrazia. Il Brexit provoca l’alto rischio di una crisi di legittimità europea, che bloccherebbe anzitutto i processi di integrazione fiscale, secondo me centrali nella costruzione dell’unità europea (si pensi alla tassazione delle transazioni finanziarie). Ma il problema maggiore è un altro, ed è di carattere politico. Sono contrario al mettersi di traverso alla Storia per paura di perdere quel che si aveva prima. Non dimentichiamoci che l'Inghilterra è stato il Paese coloniale per eccellenza, e ora cosa fanno? Cercano se stessi nella loro identità di mezzo secolo fa? Parlano di sovranità, quando le loro istituzioni (che gli inglesi non stanno criticando)hanno contribuito a distruggerla. Il mondo è andato avanti, spesso male e anche per colpe inglesi. Lasciatemelo dire, anche se so che mi espongo a critiche, ma a vederla da fuori sembra che ci sia un tentativo di molti inglesi di ricostruirsi una verginità istituzionale che non hanno mai avuto. Siamo chiari: io sono per la democrazia di base. Ma sono dell’idea che solo un'Europa unita può contrastare il maxipotere delle imprese multinazionali globali, che hanno già superata da un pezzo la sovranità nazionale. Imprese che tra l’altro hanno sede in Svizzera e a Londra, una bella contraddizione. Un'Europa legittimata è una premessa per avere degli strumenti democratici forti, all’interno della quale è necessario creare un movimento politico di base antinazionalista pan-europeo efficace (che per ora non si vede)».L'innalzarsi dei toni ha portato all'assassinio di Jo Cox, come lo commenta? Avrà ripercussioni sul voto? «Morire perché eletti per rappresentare il popolo è un’ingiustizia senza fine. Noi svizzeri sappiamo cosa vuol dire, a Zugo nel 2001 i caduti sotto i colpi di un FAS 90 furono 14. Quello che bisogna fare è lavorare su come la società contemporanea riesce a leggere i rapporti di causa-effetto. Voi stessi sbagliate dicendo che "i toni hanno portato" all’omicidio. Ma ne siamo sicuri? C’è stato un processo? Da quando la stampa ha deciso che lo scandalo vende, a costo di rendere la realtà non è trasparente, questi rapporti diventano oggetto di manipolazione politica. Veramente vogliamo dire che un omicidio di un uomo solo deve cambiare il futuro di un continente? Solo a dirlo, pare un’idea folle. Ma se la stampa vorrà rendere questo omicidio un omicidio politico, ancora prima di sapere come mai è successo, allora ci saranno ripercussioni sul voto. Mi sembra che l’argomento sia simile alla questione della strage di Orlando di qualche giorno fa: il processo è stato fatto in 8 minuti, e vivaddio la complessità della mente umana. Sta diventando tutto bianco o nero: io mi oppongo a questo modo di fare politica. Quello che mi rattrista di più è che in queste condizioni schizofreniche hanno vita facile gli apologeti: è colpa dell’Europa, che ispira violenza" (frase usabile da entrambe le parti, oltretutto), giudizi definitivi su realtà enormemente difficili. Ma all’umano il caprone espiatorio ispira desiderio. È questa la democrazia europea che vogliamo? Io dico di no. Dov’è la stampa che si eleva al di sopra della comunicazione per proteggere la civiltà? Il giornalismo ha ancora un funzione sociale più importante della politica, o ormai ha completamente abdicato?»La Scozia sembrerebbe voler promuovere un referendum di indipendenza in caso di Brexit perché vuol rimanere nell'UE, come giudica questa mossa: il Regno Unito rischia di sfaldarsi?«Circa 2000 anni fa veniva costruito il Vallo di Adriano. E oggi basta andare a Edimburgo un paio di settimane per capire che l’equilibrio nel Regno Unito è labile. Solo le cose solide si possono sfaldare, mentre là di solido c’è poco, il Regno unito è un Paese liquido in una contemporaneità liquida. Si aggiunge che non c’è nulla di sano, nel mondo dell’ipercomunicazione, ad andare avanti con proposte di secessioni nazionali che si richiamano ad idee morte della sovranità. Penso che la popolazione dovrebbe cominciare a ribellarsi a questa svendita della lotta politica e richiamarsi a nuove idee di partecipazione di base che vadano oltre a queste vecchie teorie tardo Ottocentesche. Io studio l’Ottocento, è incredibile come sembra che oggi siamo tornati indietro. Ma tutti abbiamo WhatsApp e chattiamo con il mondo alla velocità della luce. È assurdo. Siamo alla ricerca di nuovi concetti di partecipazione che oltrepassino le culture. Sono arrivati i traduttori automatici, e con quelli bisogna creare le basi culturali per costruire un mega movimento di base transazionale che coniughi virtualità, mutualismo e prassi di cittadinanza attiva e solidale in tutte le regioni europee. Sta alla sinistra, da sempre baluardo del progresso, il compito di pensare e coinvolgere in un progetto di questo tipo».
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