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24.06.2016 - 09:000
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Brexit, e il Ticino esulta. «Scelta di coraggio e libertà», «fine della dittatura». E ora?

I politici ticinesi hanno commentato via Facebook il risultato britannico, e prevale chi è felice. «Una lezione a chi ha tentato di affossare Brexit col terrore". Ma per qualcuno non basta e altri si fanno domande

BELLINZONA - È un giorno storico per l'UE, con il Brexit. Gli occhi di tutti erano puntati sulla Gran Bretagna, e i politici ticinesi hanno commentato il voto bitannico su Facebook.Daniele Caverzasio, capogruppo leghista in Gran Consiglio e Municipale di Mendrisio ha scritto che «quando vota il popolo è sempre una vittoria della democrazia. Gli inglesi hanno votato, a differenza di altre nazioni, sulla loro permanenza o meno in questa UE ed hanno scelto. Scelgono così di abbandonare questa Europa, quella della moneta unica, dei confini sguarniti, dei burocrati. Passa il Brexit e lasciano un Europa sempre più in agonia. Egoismo? No... Buon senso». La liberale Giovanna Viscardi mette in dubbio che sia realmente il popolo britannico ad aver scelto. «Circa il 51,5 % ha votato per il brexit. La partecipazione è stata altissima. Si può veramente dire che il popolo inglese ha votato per l'uscita dall'UE? Metà sì, metà no. Devo dire che non so cosa avrei votato al posto loro... ma è difficile, quando i risultati sono così "tirati", capire quale fosse realmente la volontà dei cittadini britannici. La democrazia è anche questo». Esulta il Consigliere di Stato leghista Norman Gobbi. «Il popolo britannico ha scelto di uscire dall'Unione europea. Una scelta di coraggio, libertà e autodeterminazione. Mentre in Svizzera c'è chi nel programma di partito (socialista) mira ancora all'adesione all'UE... Rule Britannia». Con lui, Boris Bignasca, che intravede un nuovo inizio. «Brexit!!!!!!! Oggi inizia la fine della dittatura dei burocrati di Bruxelles! Basta UE! Grazie UK!" «Una nuova alba per la Gran Bretagna», ha scritto in inglese la Consigliera nazionale Roberta Pantani. Felice anche il consigliere comunale di Lugano UDC Alain Bühler, tanto da cambiare la sua immagine profilo con una bandiera dalla Gran Bretagna. «Come si suol dire... "Quando si chiude una porta, si apre un portone". Ora bisogna solo sperare che il Consiglio federale colga l'opportunità e che giochi al meglio la sua partita nello scacchiere europeo. La più grande lezione di democrazia all'indirizzo di Bruxelles e di chi ha tentato di affossare il ‪‎Brexit‬ con il ‪‎terrore‬!». Posta bandiere anche Orlando Del Don, parlando del «Club Bilderberg preoccupato e in fermento per le scelte democratiche del popolo sovrano!!!» Prevedeva che sarebbe andata così Fabio Abate, Consigliere agli Stati liberale. «Brexit: una sorpresa? Solo in parte. Le minacce alla vigilia del voto proferite da Bruxelles confermano la scarsa conoscenza delle dinamiche di una votazione popolare. E non poteva essere altrimenti, vista la mancanza di esperienza. Chi ha occasione di guardare i programmi televisivi inglesi, ogni sera trova una trasmissione che ricorda il "glorioso..." passato dell'Impero, oppure che riprende elementi significativi della seconda guerra mondiale. Parte da lontano l'esercizio che ricorda ai britannici di essere forti e unici, senza dover dipendere da nessuno. E le preoccupazioni sulle conseguenze economiche dell'uscita non hanno certo convinto gli inglesi che già faticano ad arrivare alla fine del mese. Ci voleva ben altro. E noi? Keep calm e aspettiamo innanzitutto eventuali mosse della Banca Nazionale. Hopp Suisse!» Non basta al comunista Massimiliano Ay il risultato britannico. «Scossone contro l’imperialismo e il neo-liberismo. Ma non illudiamoci: uscire non basta, ci vuole la fine di austerity e apertura ai BRICS». Giosce anche il presidente dei Giovani UDC Daniel Grümeli, guardando a chi potrebbero essere i prossimi a lasciare l'UE. «I britannici dicono Sì a Brexit, fuori dall'UE. E ora, che succederà Bruxelles? E a Londra? Dove il governo di Cameron è stato letteralmente sconfitto. Di certo è che questo è l'inizio di una nuova era geopolitica in Europa. Ieri il Regno Unito, domani chissà, Polonia, Ungheria o ...? Juncker e compagnia bella l'hanno preso lì, dove fa male. No all'oppressione di Bruxelles. Sì alla libertà e all'indipendenza dei popoli!!!» Si pone molte domande il granconsigliere PPD Maurizio Agustoni. «L'Unione Europea "perde" la cultura anglosassone e, dopo 60 anni di espansione continua (e per certi versi incontrollata), subisce la prima battuta d'arresto. Le domande sono tante. L'Unione Europea come reagirà al Brexit? Le popolazioni di altri Stati saranno chiamati ad esprimersi? Come muteranno gli equilibri all'interno dell'Ue, ora più "spostata" a Est? Scozia e Irlanda del Nord metteranno in discussione la loro appartenenza al Regno Unito? Per la prima volta in 60 anni l'Unione Europea ha una vera occasione di ripensarsi in profondità, a cominciare dalla su identità!». Quesiti a cui solo il tempo darà risposta. Anche fra i cittadini, sembrano prevalere la gioia e l'esultanza: il Ticino, stando ai commenti Facebook, voleva il Brexit, e ora lo celebra.
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