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08.07.2016 - 16:140
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Guida per fiumi e laghi: cosa fare, a cosa stare attenti e come capire se qualcuno è in difficoltà

Boris Donda della Società Svizzera di Salvataggio parla della prevenzione che viene operata, e dà alcuni consigli: «Sorvegliate i bambini, se qualcuno è in difficoltà lanciategli un ramo o una corda»

BELLINZONA - Il bollettino delle tragedie nelle acque svizzere si allunga. È stata una settimana nera, dove fiumi e laghi fanno vittime e rendono necessari salvataggi. Che cosa sta succedendo? Cosa fare? Ne abbiamo parlato con Boris Donda, rappresentante per la Regione Sud della Società Svizzera di Salvataggio.Come mai tutti questi casi?«Il periodo è particolare per diverse concomitanze. La primavera e l'inizio di giugno non erano favorevoli a livello di meteo e la gente, non essendo riuscita a prepararsi al gran caldo, ha un enorme desiderio di refrigerio. Poi ci sono le vacanze, sia scolastiche che familiare, oltre ai turisti, e più persone vanno a fare il bagno nel lago. È difficile comunque riconoscere una vera causa e mi auguro che la situazione si tranquillizzi».La gente non sa più nuotare o non è pronta a affrontare i laghi e i fiumi?«Non credo, però penso al dibattito sulla limitazione delle ore di insegnamento del nuoto a scuola: meno ore possono portare inevitabilmente a gente non capace di nuotare, e per questo come Società di Salvataggio ci siamo molto battuti sul tema. La prevenzione deve sempre essere al primo posto, la commissione cantonale Acque sicure ha esteso le sue competenze anche ai laghi, non solo ai fiumi». Laghi e fiumi sono diventati più pericolosi? È cambiata la percezione?«Secondo me non sono cambiati, dipende da come l'utente li affronta, non vedendo subito eventuali pericoli. Si va con leggerezza a un nuovo lido, una nuova spiaggia o un nuovo torrente senza pensare che possono esserci rischi non visti al primo bagno. Noi con le informazioni siamo ripetitivi, bisogna vedere che importanza danno i genitori nel dare ai figli regole di comportamento. Da alcuni mesi abbiamo tradotto le regole di salvataggio in lingue diverse per gli asilanti, che sono stati sensibilizzati anche dagli uffici cantonali e federali. Siamo anche a disposizione per Comuni che sono in difficoltà, per migliorare cartellonistica o accessi a zone pericolose e ci sono dei sorveglianti che contattano gli utenti, spiegando loro le situazioni e rispondendo alle domande, trasmettendo le informazioni anche ai turisti».Quali sono i pericoli maggiori per laghi e fiumi?«Per i laghi ci sono l'oscurità dovuta all'acqua torbida, la temperatura, eventuali correnti, la profondità. Per i fiumi invece la temperatura, il cambiamento improvviso delle correnti perché magari a monte c'è un temporale. Bisogna sempre rendere attenti i bagnanti dei pericoli e i bambini vanno sorvegliati essendo senza protezione. Come Società alcuni anni fa avevamo promosso una campagna dove una persone vestita da doccia andava nei lidi e quando trovava dei genitori che non tenevano d'occhio i figli faceva loro una doccia simbolica per sensibilizzarli. Bastano pochi secondi e il bambino è in acqua e in difficoltà, e braccioli, palle e materassini non danno nessuna garanzia di poter stare a galla, non sono giubbotti di salvataggio o salvagenti». Qual è il suo consiglio a chi vuole fare il bagno nei laghi o nei fiumi?«Prima di tutto di rispettare le regole, di conoscere il luogo e i suoi pericoli, di sorvegliare i bambini. Poi non si deve esagerare né col cibo né soprattutto con l'alcool, e attenzione anche alla temperature dell'acqua, evitando lo sbalzo termico eccessivo. E non bisogna trasformare laghi e fiumi in circhi».Come si fa a capire quando una persona è in difficoltà?«I movimenti di una persona in difficoltà sono spessi simili a quelli di una che si sta divertendo. Consigliamo a gente esperta di intervenire se vede qualcuno in difficoltà, agli altri di cercare aiuto e di gettare qualcosa, un ramo o una corda alla persona che sta annegando. Il un lago si può entrare più facilmente, se si è in un fiume con le correnti è pericoloso intervenire e va cercato un aiuto esterno. I segnali sono persone che si agitano in modo anomalo, segni che lasciano dubbi, oppure c'è da preoccuparsi quando qualcuno si immerge e riemerge molto frequentemente. In Ticino abbiamo 14 sezioni di salvataggio, brevettiamo 500 sorveglianti all'anno. Offriamo corsi anche per riconoscere i pericoli, che consigliamo ai genitori».
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