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27.07.2016 - 13:290
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Il PPD vuole alzare la guardia: «misure straordinarie contro i nemici della pace»

A fronte degli ultimi atti terroristici il gruppo PPD chiede un deciso giro di vite securitario, ma precisa: «la cosa più deleteria sarebbe la confusione e la generalizzazione contro lo straniero»

BELLINZONA - «Sgomento per la recrudescenza della violenza in vari Paesi europei, in particolare in Francia e in Germania, che ha recentemente toccato in modo tragico anche una famiglia ticinese». A pronunciare queste parole è il gruppo PPD in Gran Consiglio, che esprime «il proprio cordoglio per queste abominevoli stragi, chiediamo una reazione ferma e implacabile da parte delle autorità». «I nemici della pace, quale sia la loro motivazione e la loro cittadinanza, devono essere annichiliti», si legge in un comunicato diffuso oggi. «Per lottare contro queste barbarie occorre inequivocabile chiarezza negli intenti; la cosa più deleteria sarebbe la confusione e la generalizzazione contro lo straniero, che porterebbe alla conseguente perdita dei valori cardini che hanno fatto grande il nostro Paese rendendolo un esempio nel mondo intero». Per questa ragione il PPD chiede al governo cantonale «l’introduzione di misure di sicurezza straordinarie atte a rassicurare la popolazione, in particolare durante manifestazioni pubbliche rilevanti», «di intervenire presso il Consiglio federale affinché il Trattato di Schengen sia ridiscusso e di conseguenza vengano reintrodotti i controlli sistematici alle frontiere», «di effettuare una verifica ad ampio raggio sui rischi di radicalizzazione islamista in Ticino e che riferisca in merito al Gran Consiglio e al Paese nella sessione di settembre 2016», «di subordinare la concessione dei permessi B a una sistematica ed efficace verifica di sicurezza, in collaborazione con lo Stato di provenienza del richiedente», «che venga fatta una verifica e una mappatura tra tutti i richiedenti l’asilo e rifugiati politici presenti sul territorio che presentano problemi di dipendenza, fedina penale sporca e problemi di tipo psichiatrico», e «che ogni concessione della cittadinanza cantonale, prima di approdare in Gran Consiglio, sia subordinata a una nuova ulteriore verifica di sicurezza da parte del Dipartimento delle Istituzioni, subordinandola al minuzioso controllo e al nullaosta definitivo dei servizi competenti di quest’ultimo». E «nel caso in cui le presenti richieste non venissero prese in debita considerazione», il gruppo PPD si riserva «di intervenire attraverso gli strumenti democratici previsti dalla Legge». Il gruppo PPD – conclude la nota - «è convinto che i valori alla base del convivere civile del nostro Paese - libertà, uguaglianza, solidarietà - possano essere salvaguardati solo con un’efficace tutela della sicurezza pubblica e attraverso la rassicurazione e un’informazione adeguata della popolazione».
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